La storia

Hare Krishna – Food for Life
Preparazione dei pasti da distribuire ai senza tetto

Le origini del progetto

Food for Life deve la sua esistenza agli insegnamenti e al desiderio di A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, il più importante studioso e maestro di cultura vedica del mondo. Nel 1974, in India, egli si rattristò moltissimo nel vedere un gruppo di bambini di villaggio che lottavano con dei cani randagi per qualche avanzo di cibo. Disse quindi ai suoi discepoli presenti in quel momento: “Nessuno dovrà patire la fame entro dieci miglia di distanza dai nostri templi!”

Da quel primo, umile sforzo di distribuire pasti gratuiti nei dintorni del tempio, nell’arco di pochi decenni Food for Life si è trasformato nel più grande programma di soccorso alimentare vegetariano a livello globale.
Dai primi anni ’70 fino ad oggi si è sviluppata una rete internazionale che offre pasti gratuiti nelle scuole e nelle mense, attraverso furgoni mobili e servizi di ristorazione, operando in molte grandi città del mondo e intervenendo in gravi situazioni di emergenza civile, come le guerre e i terremoti. Si tratta di un organismo che agisce in maniera indipendente, di un servizio volontario attivo in oltre cinquanta Paesi, per un totale complessivo di due milioni di pasti vegetariani distribuiti ogni giorno.

L’Associazione

Hare Krishna Food for Life è un’organizzazione umanitaria in linea con l’antica tradizione dei Veda e distribuisce pasti vegetariani gratuiti al fine di promuovere l’unità e la pace. L’aiuto principale è rivolto a coloro che si trovano in condizioni difficili, ma tutti possono usufruire dell’ospitalità tipica della cultura vedica, in cui la condivisione del cibo ha un significato profondo, perché si basa sull’uguaglianza spirituale di tutti gli esseri.

Food for Life si propone di:
• far conoscere alla società il valore della non-violenza stimolando nel maggior numero possibile di persone il gusto per il vegetarianesimo;
• ispirare uno stile di vita sostenibile dimostrando che l’alimentazione vegetariana giova alla salute fisica e psicologica;
• offrire, mediante la scienza dello yoga, l’opportunità di innescare un processo evolutivo della coscienza.

Food for Life dispensa quindi un cibo vegetariano, definito prasada, capace di nutrire il corpo, purificare la mente ed elevare lo spirito. Cucinare il prasada implica un’attenzione speciale nella scelta degli ingredienti, norme specifiche di pulizia negli ambienti e nelle fasi di preparazione, e un sentimento di gratitudine e amore che infonderà nel cibo la giusta energia spirituale. Tutto ciò garantisce l’offerta di pietanze pure, in grado di abbattere pregiudizi razziali, sociali, di credo e nazionalità, e di apportare benefici da ogni punto di vista.

Pranzo con i senza tetto

Ognuno di noi può essere parte attiva di una rivoluzione pacifista semplicemente mangiando!

 
Uno dei dormitori

L’esperienza torinese: costruire una rete di solidarietà

Questa visione è stata apprezzata e condivisa da altri enti territoriali delle città in cui si sono svolti i primi programmi, tanto da generare una serie di collaborazioni che hanno dato il via ad un progetto regolare di distribuzione.
A Torino, l’ufficio municipale Adulti in Difficoltà ha condiviso il desiderio di una maggiore sensibilità verso le persone senza fissa dimora all’interno dei dormitori comunali, e ha deciso di cooperare per offrire un servizio continuativo nelle strutture di ospitalità. Ha quindi selezionato cinque dormitori per la distribuzione settimanale di pasti vegetariani.

In circa due anni di attività a Torino sono stati distribuiti più di ottomila pasti. Nel corso dell’esperienza si è sviluppata una rete di collaborazioni e relazioni territoriali di vario tipo, che hanno accresciuto la credibilità di Food for Life e dei suoi obiettivi.

L’Istituto “Maria Madre della Provvidenza”, per esempio, in collaborazione con alcune aziende alimentari e col Banco delle Opere di Carità del Piemonte, provvede a donarci mensilmente alcune tipologie di derrate alimentari. Nel tempo, un ventaglio di enti –comitati di quartiere, centri yoga, associazioni vegane e vegetariane, agenzie di promozione sociale, punti di ristorazione– hanno offerto opportunità per l’organizzazione di eventi, per la distribuzione di pasti o per la promozione di Food for Life a Torino, come anche in altre località piemontesi.
Un fattore di grande importanza nel progetto torinese è la partecipazione del volontariato.Con la sua visione non settaria e non discriminante, Hare Krishna Food for Life accoglie chiunque abbia voglia di partecipare e offrire un contributo ai suoi programmi. Fin dall’inizio si sono avvicinate moltissime persone desiderose di sostenere le nostre attività e finalità, di condividere anche solo una breve giornata di servizio nell’ambito della distribuzione, della promozione, della raccolta fondi e dell’organizzazione di eventi, oppure di trascorrere semplicemente una serata all’insegna del sorriso e di un pasto vivificante.

Questi rapporti hanno esteso sempre più il buon nome di Food for Life in tutto territorio e hanno reso sempre più capillare la sua reputazione, permettendo ai volontari di sperimentare il potere della condivisione di un cibo dal gusto superiore.

In presenza di qualsiasi disparità –sociale, politica, filosofica o alimentare– Hare Krishna Food for Life vede la possibilità concreta di costruire una rete di solidarietà in grado di elevare le coscienze.

La storia del progetto in Italia

Nel nostro Paese Food for Life ha cominciato la sua attività embrionale a Milano, in occasione dell’EXPO 2015 (la grande manifestazione mondiale dedicata al cibo), presentando il progetto “Fuori Expo Veg”. L’iniziativa è stata coordinata da una serie di associazioni e sponsor che per 33 sabati hanno distribuito pasti vegetariani e biologici in vari centri di accoglienza per senza fissa dimora del capoluogo lombardo. Da lì si sono susseguiti numerosi pranzi di beneficenza anche nella città di Torino.

Il merito di queste attività è universalmente riconosciuto, ma la solidarietà congiunta alla valorizzazione spirituale della persona umana ha reso le iniziative di Food for Life particolarmente apprezzate dall’opinione pubblica, e ha perfino attratto l’attenzione dei media.

Benché l’Italia non rientri nella fascia dei Paesi poveri e meno industrializzati, presenta un vasto campo d’azione che esige un’assistenza basata più sulla qualità che sulla quantità. In linea di principio, nel nostro Paese non esiste il rischio d’insicurezza alimentare, quindi la fame non è un problema, ma si verificano situazioni d’indigenza derivanti da nuove e differenti forme di povertà.
C’è chi è stato licenziato, chi vive il dramma della disoccupazione perché in età troppo avanzata per trovare lavoro, chi non riesce a mantenere la famiglia o a pagarsi le cure mediche, e chi subisce uno sfratto. C’è poi chi viene da uno Stato extracomunitario in cerca di fortuna, chi rimane invischiato in traffici illeciti e chi è costretto a vivere di elemosine. Sono tutte storie di ordinaria disperazione, che quando alimentate da discordia e sfruttamento relazionale, gioco d’azzardo e intossicanti di vario genere, precludono ogni possibilità di uscita e causano la degenerazione della coscienza individuale.
In uno scenario come questo Hare Krishna Food for Life deve confrontarsi con una sovrapproduzione alimentare che si nutre di violenza. Il sistema alimentare industriale, finalizzato al consumo di massa, spreca enormi quantità di cibo e si avvale della macellazione meccanizzata, provocando danni gravi a livello sociale e ambientale. Tuttavia, il degrado sociale e ambientale non è che la conseguenza del degrado individuale.
L’agricoltura di massa, avendo sostituito l’uomo con le macchine, contribuisce al problema della disoccupazione e della disuguaglianza. Che dire poi dell’abuso ecologico, responsabile di distruggere la biodiversità. Il costante sfruttamento delle risorse ha reso l’individuo praticamente incapace di amare gli altri esseri viventi.

Insomma, in Italia il cibo non manca, ma Hare Krishna Food for Life mira a offrire un servizio alimentare sensibile a problemi come l’educazione, la sostenibilità ambientale, la protezione degli animali e la salute.
Ognuno di noi può essere parte attiva di una rivoluzione pacifista semplicemente mangiando!

Alcuni volontari
il tipico Prasāda servito da Food for life
La replicabilità e le prospettive di sviluppo

La crisi economica odierna ha reso i governi incapaci di soddisfare le esigenze di chi vive nella povertà. Ecco allora che organismi caritatevoli laici e religiosi di ogni tipo vengono in aiuto agli indigenti, e prolifera un numero sempre maggiore d’istituti di beneficenza. In tale contesto, la nuova realtà di Hare Krishna Food for Life può alzare il tiro nella qualità dell’assistenza sociale e produrre l’esempio di un servizio socialmente utile nel senso più ampio e innovativo del termine. La ricerca di fondi e la collaborazione con enti pubblici e privati ha quindi buone prospettive di successo.

Inoltre, nel buio della società attuale –sempre più individualistica, disgregata dalla solitudine relazio­nale e depressa per la mancanza di un sistema condiviso di valori– splende una luce: il volontariato, a cui sempre più persone di ogni età vogliono aderire in diversi modi e maniere. Sentono infatti che “fare del bene fa bene”.
Dare una parte del proprio tempo per compiere attività altruistiche genera appagamento, espande la visione e crea legami sociali virtuosi. L’esperienza torinese ha dimostrato che grazie a un’attitudine inclusiva, che valorizza cioè anche il minimo contribuito offerto, si creano sempre nuovi rapporti di fiducia, di sostegno, di apprezzamento e condivisione degli intenti.

Infine, la crescita del senso di responsabilità rispetto all’evidente crisi ecologica, la scelta di stili di vita e di consumo sostenibili per la salute e l’ambiente, l’ampia diffusione del veganesimo e del vegetarianesimo, la ricerca del benessere olistico e la partecipazione sempre maggiore alle pratiche yoga hanno prodotto una sensibilità sociale che costituisce il terreno fertile su cui possono prosperare e moltiplicarsi le iniziative culturali di Hare Krishna Food for Life.

La scienza e la cultura senza tempo dei Veda hanno il potere di suscitare un’ampia condivisione d’intenti e significati, perché mirano al superamento di tutte le differenze, alimentando la consapevolezza dell’identità spirituale di ogni essere. Tali sono le ragioni per cui l’esperienza di Food for Life rappresenta una pratica e tangibile formula per la pace, e un “progetto pilota” con reali possibilità di replicazione in altri contesti cittadini italiani.

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