Il Libro di Krishna

 

CAPITOLO 67

 

Le nozze di Samba

 

 

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Duryodhana, il figlio di Dritarastra, aveva una figlia, Laksmana, che era in età da marito. poiché apparteneva alla dinastia Kuru ed era molto virtuosa, numerosi principi aspiravano alla sua mano. In questi casi si compie una cerimonia detta svayamvara, nel corso della quale è la ragazza stessa a scegliere lo sposo. Così, anche per Laksmana venne il giorno dello svayamvara, nel corso della quale è la ragazza stessa a scegliere lo sposo. Così, anche per Laksmana venne il giorno dello svayamvara. Mentre la ragazza stava per scegliere lo sposo apparve Samba, figlio di Krishna e di Jambavati, una delle principali spose del Signore. Gli avevano dato il nome Samba perché era stato un bambino viziato che non si staccava mai dalla madre. Samba, infatti, è il nome che si dà al figlio preferito dalla madre (amba significa "madre" e sa "con"). Per la stessa ragione Samba era chiamato anche Jambavati-suta, e come tutti i figli di Krishna aveva le stesse qualità del padre. Egli voleva sposare la figlia di Duryodhana, anche se non era preferito come sposo. Così Samba rapì Laksmana durante il suo svayamvara.

Tutti i componenti della dinastia Kuru -Dritarastra, Bhisma, Vidura, Ujahan e Arjuna- considerarono l'atto di Samba un insulto alla tradizione familiare e decisero di punire il ragazzo, sapendo che Laksmana non lo desiderava come sposo. Tutti sostennero che Samba aveva fatto torto alla tradizione familiare del Kuru dando prova della più grande impudenza. Così, su consiglio degli anziani della famiglia, i Kuru decisero di arrestarlo senza però ucciderlo, perché la ragazza adesso che era stata toccata da lui non avrebbe più potuto sposare nessun altro (¹) I componenti più anziani della famiglia, come Bhisma volevano arrestarlo, così i grandi guerrieri formarono un drappello ben deciso a dargli una lezione. Karna fu messo a capo di questa spedizione.

Mentre prendevano questa decisone, i Kuru pensavano che l'arresto di Samba avrebbe provocato la collera degli Yadu, che avrebbero potuto dar loro battaglia raccogliendo la sfida. "Ma come potrebbero sconfiggerci? pensavano. I componenti della dinastia Yadu non possono eguagliarci ai Kuru. I re Kuru sono imperatori e i re Yadu dipendono da loro. Se gli Yadu vengono a sfidarci perché abbiamo preso il loro figlio, noi accetteremo di combattere. Ognuno di noi darà loro una lezione tale che capiranno la potenza del padrone e saranno soggiogati come i sensi sono soggiogati dalla pratica yoga del pranayama." (²)

Dopo essersi consultati e avere ricevuto l'approvazione degli anziani della dinastia, come Bhisma e Dritarastra, cinque grandi guerrieri, Karna, Sala, Bhurisrava, Yajñaketu e Duryodhana (il padre di Laksmana), tutti maha-rathi e guidati dal grande Bhismadeva, tentarono di arrestare Samba. Ci sono differenti gradi di guerrieri, i maha-rathi, gli eka-rathi, classificati secondo il valore in combattimento. I maha-rathi potevano combattere da soli contro molte migliaia di uomini. Sei maha-rathi si riunirono dunque per catturare Samba, che era anche lui un maha-rathi.

Sebbene solo contro sei, Samba non si lasciò prendere dallo sgomento alla vista di tutti i grandi guerrieri Kuru lanciati al suo inseguimento, anzi, fiero come un leone, si voltò e attese la sfida di Karna impugnando il suo arco meraviglioso. "Perché scappi? Fermati, e t'insegneremo noi a combattere!" disse Karna sfidandolo. Uno ksatriya non può sfuggire, deve combattere. Così Samba accettò la sfida, e subito fu coperto da una pioggia di frecce. Come un leone che non teme l'assalto di un branco di lupi e sciacalli, Samba, il figlio glorioso della dinastia Yadu, il bambino di Krishna, dotato di poteri inconcepibili, fu preso da una grande collera contro i guerrieri della dinastia Kuru che si battevano in modo così scorretto, e mostrò a tutti il suo grande valore: con sei frecce colpì ciascuno dei sei combattenti, con quattro frecce dirette su ogni carro uccise i quattro cavalli, scagliò poi una freccia su ciascuno dei cocchieri colpendoli a morte, e un'altra ancora contro Karna e gli altri famosi guerrieri.

Vedendo Samba battersi da solo con tanto successo contro sei grandi guerrieri, i Kuru apprezzarono l'inconcepibile potenza del ragazzo, e al culmine del combattimento ammirarono la sua meravigliosa abilità. Ma lo scontro era condotto nello spirito ksatriya, così, con una manovra scorretta, i sei guerrieri Kuru costrinsero Samba a scendere dal carro, che era ormai distrutto. Quattro di loro si occuparono di abbattere i suoi quattro cavalli, e un altro spezzò la corda del suo arco perché non potesse più combattere. Così dopo una lotta eroica, Samba, privato del carro, cadde nelle mani dei Kuru, che colsero il frutto della vittoria riprendendogli la loro figlia, Laksmana. Poi rientrarono in trionfo ad Hastinapura.

Il grande saggio Narada portò subito la notizia dell'arresto di Samba alla dinastia Yadu, raccontando tutta la storia. Gli Yadu, indignati per quel combattimento così poco conforme alle regale degli ksatriya, poiché il loro figlio era solo e i Kuru in sei, si consultarono col capo della dinastia, Ugrasena, e si prepararono ad attaccare la capitale dei Kuru.

Sri Balarama sapeva bene che nell'età di Kali basta la minima provocazione per accendere una disputa, tuttavia non Gli piaceva l'idea che le due grandi dinastie Kuru e Yadu lottassero tra di loro, anche se sotto l'influenza di quest'età oscura. "Invece di andare a combattere, pensò saggiamente, andrò da loro come osservatore e cercherò di evitare questa lotta chiedendo uno sforzo di mutua comprensione." Balarama pensava che se fosse riuscito a convincere la dinastia Kuru a rilasciare Samba e la sua sposa Laksmana lo scontro sarebbe stato evitato. Si fece dunque preparare un bellissimo carro per andare ad Hastinapura con una scorta di sacerdoti e brahmana eruditi e con alcuni tra i componenti più anziani della dinastia Yadu. Fiducioso nel buon esito della missione, Egli pensava che i Kuru avrebbero acconsentito al matrimonio di Samba e Laksmana evitando così una guerra fratricida. Attorniato dal Suo seguito, sulla strada di Hastinapura, Sri Balarama sembrava la luna che brilla nel cielo terso tra le stelle scintillanti.

Giunto nei dintorni di Hastinapura, senza entrare nella città Balarama Si fermò in una villetta fuori delle mura, poi incaricò Uddhava di andare dai capi dei Kuru a chiedere se preferissero il combattimento all'accordo pacifico. Uddhava s'incontrò dunque con tutti i principali esponenti della dinastia -Bhismadeva, Dritarastra , Dronacarya, Bali, Duryodhana e Bahlika- e dopo aver offerto i loro i suoi omaggi secondo le convenienze, li informò della presenza di Sri Balarama in un giardino fuori le mura della città.

I capi della dinastia Kuru, specialmente Dritarastra e Duryodhana, conoscendo Balarama come l'amico e il benefattore della loro famiglia provarono una grande gioia, e ricevettero Uddhava con tutti gli onori. Poi, per accogliere degnamente Balarama, andarono da Lui con le braccia cariche di tutti gli oggetti necessari a riceverLo, e ognuno, secondo la rispettiva posizione, diede il benvenuto a Sri Balarama, offrendoGli belle mucche e l'argha. (³) Conoscendo la posizione elevata del loro ospite, che era Dio, la Persona Suprema, tutti chinarono la testa davanti a Lui con profondo rispetto; si scambiarono frasi di benvenuto e s'informarono ognuno del benessere dell'altro. Quindi, esaurite le formalità, Sri Balarama con voce grave e pieno di pazienza sottopose alla considerazione dei Kuru i Suoi progetti: "Amici Miei, vengo oggi come messaggero del potentissimo re Ugrasena. Ascoltate la sua richiesta con cura e attenzione e cercate di eseguire i suoi ordini senza perdere un solo istante. Il re Ugrasena non ignora che voi, guerrieri della dinastia Kuru, avete combattuto slealmente contro il virtuoso Samba che era solo, e l'avete arrestato soltanto dopo grande fatica e con una tattica insolita. Tutti noi abbiamo sentito queste notizie, ma non siamo troppo agitati perché conosciamo l'intimo legame che ci unisse. Perché turbare le nostre buone relazioni? La nostra amicizia deve continuare senza inutili scontri. Rilasciate dunque Samba, vi prego, senza esitare, conducetelo davanti a Me insieme alla sua sposa Laksmana."

Sri Balarama pronunciò questi discorsi di spirito eroico in atteggiamento imperioso e cavalleresco, ma le Sue parole non giunsero affatto gradite ai capi della dinastia Kuru. Tutti in preda all'agitazione, esclamarono con ira: "Belle parole, sorprendenti, ma che s'accordano perfettamente all'età di Kali! Altrimenti, come potrebbe Balarama parlare con tanta insolenza? Il Suo tono e il suo linguaggio sono del tutto fuori luogo; sembra che sotto l'influenza dell'età di Kali i sandali che si portano ai piedi vogliano prendere il posto della corona, sulla testa. Gli Yadu sono uniti a noi dal matrimonio, perciò hanno avuto l'opportunità di vivere con noi, dividere i nostri pasti e dormire al nostro fianco; ed ecco che adesso approfittano di questi privilegi! Prima che noi concedessimo loro una parte del nostro regno perché la governassero, gli Yadu vivevano nella condizione più umile. Ed ecco che ora ci danno degli ordini! Abbiamo permesso alla dinastia Yadu di usare le insegne reali, il camara, il ventaglio, la conchiglia, l'ombrello bianco, la corona, il trono, il seggio e il divano reale, in breve tutto ciò che si addice all'ordine regio.

Essi non avrebbero mai dovuto ornarsi di questi simboli in nostra presenza, ma noi li abbiamo lasciati fare in virtù dei nostri legami familiari. Ed ecco che ora osano darci degli ordini! Ne abbiamo abbastanza della loro impudenza! Non possiamo più lasciarli agire in questo modo, né permettere loro di usare ancora le insegne reali. Non conviene nutrire un serpente col latte, quando quest'atto generoso non fa che aumentare il suo veleno! La dinastia Yadu si rivolta contro coloro che l'hanno così ben nutrita! La loro condizione prospera è dovuta solo ai nostri doni e alla nostra misericordia; ed ecco che ora non hanno vergogna di comandarci! Com'è spiacevole tutto ciò! Nessuno in questo mondo può godere di qualcosa senza il permesso dei Kuru, come Bhisma, Dronacarya e Arjuna. L'Agnello vive solo se il leone lo lascia vivere! Senza la nostra volontà, nessuno può trovare piacere nella vita, nemmeno sui pianeti celesti i deva guidati dal re Indra!" E' chiaro che i Kuru si erano gonfiati d'orgoglio per l'opulenza del regno, l'alta nobiltà, la tradizione familiare, i grandi guerrieri nati nella loro dinastia e la proprietà di un vasto impero. Senza neppure rispettare le formalità di una società civile, i Kuru coprirono d'insulti la dinastia Yadu in presenza di Sri Balarama. E vociferando rientrarono in città.

Sebbene avesse ascoltato pazientemente quegli insulti, si vedeva benissimo che Balarama, osservando in silenzio i Kuru, ardeva di rabbia e meditava una terribile vendetta. Il Suo viso tradiva l'agitazione al punto che si poteva a malapena guardarlo. Scoppiando in una sonora risata, esclamò: "E' proprio vero che quando l'uomo s'inorgoglisce per la sua famiglia, le ricchezze, la bellezza e i progressi materiali perde il gusto per una vita pacifica e diventa ostile verso tutti. E' inutile dargli buone istruzioni, insegnargli a comportarsi in modo gentile e a vivere in pace. No, bisogna invece trovare il mezzo per punirlo!" Di solito l'opulenza materiale trasforma l'uomo in un animale. E' del tutto inutile prodigare consigli a un animale, con lui vale solo l'argumentum baculum. In altre parole, il solo modo di mantenere l'ordine tra gli animali è il bastone.

Balarama proseguì: "Guardate l'impudenza dei Kuru! Nonostante la collera degli Yadu e di Sri Krishna stesso, Io desideravo trovare un accordo pacifico. Nonostante gli Yadu fossero pronti ad attaccare il regno dei Kuru, Io li ho calmati e Mi sono preso la briga di venire fin qui, ed ecco come si comportano questi farabutti! E' evidente che i Kuru non vogliono la pace e non cercano altro che la guerra. Il loro orgoglio è tale che non hanno paura di coprirMi d'insulti insultando la dinastia Yadu.

"Perfino il re dei pianeti celesti, Indra, obbedisce agli ordini della dinastia Yadu; come potete voi considerare il re Ugrasena come un piccolo capobanda, lui che è il capo dei Bhoja, dei Vrsni, degli Andhaka e degli Yadava? Che bella conclusione! Non tenere in alcuna considerazione il re Ugrasena, i cui ordini sono eseguiti perfino dal re Indra! Non ricordate l'elevata posizione degli Yadu, che con la forza si sono appropriati il palazzo delle riunioni e l'albero parijata dei pianeti celesti? E voi vi ostinate a dire che non possono darvi ordini! Non credete dunque che Sri Krishna, Dio, la Persona Suprema, possa sederSi, quando lo desidera, sul trono reale e dare ordini a tutti gli esseri? Bene! Se è così, allora meritate una bella lezione! Avete creduto di dar prova di saggezza affermando che le insegne reali -il camara, il ventaglio, l'ombrello bianco, il trono e tutto ciò che circonda un principe- non potrebbero essere usate dagli Yadu. Ma credete che Sri Krishna, il signore della creazione, lo sposo della dea della fortuna, possa essere colpito dalla stessa interdizione? La polvere dei piedi di loto di Sri Krishna è adorata da tutti i più grandi deva.

Le acque del Gange, che sgorgano dai Suoi piedi di loto, bagnano il mondo intero e le sue sponde sono diventate famosi luoghi di pellegrinaggio. I deva-maestri di tutti i pianeti sono impegnati al Suo servizio e si considerano gli esseri più fortunati perché possono raccogliere sul loro casco la polvere dei Suoi piedi di loto. I grandi deva, Brahma, Siva, e perfino la dea della fortuna, o anche Io stesso, non siamo che emanazioni plenarie della Sua identità spirituale, e voi, voi giudicate che Egli non è degno di usare le insegne reali o addirittura di sederSi sul trono? Ahimé, che tristezza vedere che questi pazzi considerano noi, gli Yadu, come le scarpe e sé stessi come la corona! Ora tutto è chiaro; i capi dei Kuru sono impazziti a causa dei loro possedimenti materiali e delle loro ricchezze. Ogni loro parola è una follìa. Devo immediatamente castigarli e richiamarli all'ordine. Non farlo sarebbe un errore. Oggi stesso farò sparire dalla faccia della terra ogni traccia della dinastia Kuru. Finiamola subito con loro!" Sri Balarama pronunciò queste parole con un tale furore che sembrava volesse incenerire la creazione cosmica. Ed ecco che Balarama Si alza, afferra la Sua piccozza e colpisce la terra. Fu così che tutta la città di Hastinapura si stacco dal continente. Poi Balarama trascina la città verso le acque del Gange. Scosse terribili sconvolgono Hastinapura, come durante un terremoto, e sembra che tutta la città stia per crollare.

Quando si accorsero che la loro città stava per sprofondare nelle acque del Gange e udirono le grida angosciate degli abitanti, i Kuru tornarono in sé e capirono ciò che stava accadendo. Allora, senza perdere un istante, condussero davanti a Balarama la loro figlia Laksmana e Samba, che aveva cercato di rapirla. Egli camminava davanti, seguito dalla ragazza. Poi tutti i Kuru a mani giunte si presentarono a Sri Balarama per implorare il Suo perdono, e ritrovando finalmente il buon senso dichiararono: "O Sri Balarama, Tu sei il ricettacolo di ogni piacere. Tu mantieni, Tu sostieni tutta la manifestazione cosmica. Ma ahimé, non ci eravamo resi conto della Tua inconcepibile potenza! Caro Signore, Ti preghiamo, consideraci come i più grandi sciocchi. La nostra intelligenza si era smarrita, ma ora siamo qui, davanti a Te, per implorare il Tuo perdono. Abbi la bontà di accordarcelo. Tu sei all'origine della creazione, del mantenimento e della distruzione della manifestazione cosmica, eppure sei sempre trascendentale. O Signore onnipotente, i grandi saggi parlano delle Tue glorie.

Tu sei il burattinaio originale, e tutti gli esseri e le cose di questo mondo non sono altro che giocattoli nelle Tue mani. O Signore illimitato, Tu controlli ogni cosa, e come un bambino che gioca Tu sostieni sul capo tutti i sistemi planetari. Quando giunge il momento della dissoluzione, l'intera manifestazione cosmica rientra in Te; allora di questo mondo non esiste più nulla, ma Tu, Maha-Visnu, sei ancora disteso, e per l'eternità, nell'Oceano Causale. Caro Signore, Tu sei apparso su questa Terra nel Tuo corpo spirituale e assoluto per assicurare il mantenimento della manifestazione cosmica. Tu sei al di là della collera, dell'invidia e dell'ostilità, e ogni Tuo castigo, sono di buon augurio per tutta la creazione. Noi Ti offriamo i nostri rispettosi omaggi, perché Tu sei la Persona Suprema e imperitura, il ricettacolo di ogni opulenza di cadere ai Tuoi piedi per offrirTi senza fine il nostro rispettoso omaggio. Ora siamo completamente sottomessi a Te. Sii misericordioso con noi, Ti preghiamo, e accordaci la Tua Protezione." Quando i principali esponenti della dinastia Kuru, dal nonno Bhismadeva ad Arjuna e Duryodhana, ebbero offerto le loro rispettose preghiere, Dio la persona Suprema, Sri Balarama, Si placò e li assicurò che non avevano più nulla da temere.

Era d'uso tra gli ksatriya organizzare un combattimento tra il partito della fidanzata e quello del suo pretendente prima del matrimonio. Quando Samba rapì Laksmana, gli anziani della dinastia Kuru furono soddisfatti di vedere che Samba era uno sposo degno di lei, ma lo affrontarono ugualmente per mettere alla prova la sua forza fisica e l'arrestarono senza rispettare le regole del combattimento. Quando la dinastia Yadu decise di liberare Samba dalle mani dei Kuru, Sri Balarama andò personalmente per stabilire un accordo di pace, poi, potente ksatriya qual era, ordinò ai Kuru di liberare subito Samba. I Kaurava, punti nell'orgoglio da quest'ordine, lanciarono una sfida alla potenza di Balarama, ma in realtà essi desideravano soltanto vederLo esibire la Sua potenza inconcepibile. Dopodiché fu con grande gioia che diedero la mano della loro figlia a Samba, e tutto si concluse qui. Duryodhana, che era un padre molto affettuoso, celebrò le nozze di su figlia con grande sfarzo. Le diede in dote 1.200 elefanti, ciascuno dei quali aveva almeno sessant'anni, 10.000 cavalli splendidi, 6.000 carri brillanti come il sole, e 1.000 ancelle decorate con ornamenti d'oro. Sri Balarama, l'esponente più importante della dinastia Yadu, fu il padrino del fidanzato e come tale fu lieto di ricevere la dote. Quindi, soddisfatto della grandiosa accoglienza dei Kuru, riprese la strada verso Dvaraka accompagnato dai giovani sposi.

Gli abitanti di Dvaraka, tutti devoti e amici di Balarama Gli riservarono un'accoglienza trionfale. Davanti alla folla dei cittadini Egli narrò la storia del matrimonio di Samba, e tutti furono stupiti nel sentire che Balarama aveva fatto tremare Hastinapura.

Sukadeva Gosvami conferma che il luogo dove sorgeva Hastinapura è lo stesso in cui sorge oggi Nuova Delhi e il fiume che attraversa la città è la Yamuna, sebbene anticamente si chiamasse Gange. Altre autorità, come Jiva Gosvami, confermano che il Gange e la Yamuna sono lo stesso fiume che scorre in letti diversi. La parte del Gange che attraversa Hastinapura e scorre nella regione di Vrindavana porta il nome di Yamuna perché è santificata dai divertimenti assoluti di Sri Krishna. La parte di Hastinapura che scende verso la Yamuna viene inondata durante la stagione delle piogge, e ciò ricorda a tutti che un giorno Sri Balarama minacciò di far sprofondare la città nelle acque del Gange.

 

Così terminano gli insegnamenti di Bhaktivedanta sul sessantasettesimo capitolo del Libro di Krishna, intitolato: "Le nozze di Samba."

 

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(1) Secondo il sistema vedico, un a ragazza una volta presa da un uomo non può essere data in sposa a nessun altro; d'altra parte nessuno accetterebbe di sposarla.

(2) Con la pratica meccanica dell'astanga-yoga si possono controllare le arie che circolano all'interno del corpo, e dominare i sensi impedendo loro d'impegnarsi in attività diverse dalla meditazione su Sri Visnu.

(3) Un assortimento di articoli come l'acqua dell'aratrika, dolci col miele, col burro, ecc., fiori e ghirlande profumate alla polpa di sandalo.

 

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