Il Libro di Krishna

 

CAPITOLO 84

 

Le istruzioni spirituali impartite a Vasudeva
e il ritorno in vita dei sei figli di Devaki

 

 

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Come vuole l'uso vedico, i giovani della famiglia devono offrire ogni mattina i loro omaggi agli anziani. Specialmente i figli e i discepoli devono mostrare il loro rispetto ai genitori e al maestro spirituale. Fedeli a questo principio, Krishna e Balarama offrivano ogni mattina i Loro omaggi al padre, Vasudeva, e alle sue spose. Un giorno, dopo il ritorno dal luogo santo di Kuruksetra, mentre Krishna e Balarama offrivano i Loro omaggi a Vasudeva, questi ne approfittò per encomiare la straordinaria natura dei suoi due figli. Vasudeva aveva avuto occasione di comprendere la natura di Krishna e Balarama dai grandi saggi riuniti nell'arena del sacrificio. Non solo l'aveva sentito dai saggi, ma più volte lui stesso si era reso conto che Krishna e Balarama non avevano nulla degli uomini ordinari. Credette dunque alle parole dei saggi quando affermarono che Krishna e Balarama erano Dio, la Persona Suprema.

Animato da una ferma fede nei suoi figli, Vasudeva si rivolse a Loro con queste parole: "Mio caro Krishna, Tu sei Dio, la Persona Suprema, sac-cid-ananda-vigraha, e Tu, mio caro Balarama, sei Sankarsana, il maestro di tutti i poteri soprannaturali. Ora capisco che Voi siete eterni, e che Vi trovate al di là di questa manifestazione materiale e oltre la sua causa, che agisce nella Persona Sovrana di Maha-Visnu. Di tutto Voi siete i maestri originali. Su di Voi riposa questa manifestazione cosmica; Voi siete i creatori e anche gli ingredienti della creazione. Voi siete i maestri del cosmo, creato in realtà solo perché vi si svolgessero i Vostri divertimenti.

"Voi siete anche le differenti fasi della materia, dall'inzio alla fine della manifestazione cosmica, visibili sotto i diversi aspetti del tempo, perché siete la causa e l'effetto di questo cosmo. Anche i due estremi di questo mondo, rappresentati dal dominante e dal dominato, si trovano in Voi, che siete su di loro i maestri supremi e assoluti. Perciò Voi siete oltre la percezione dei nostri sensi. Siete anche l'Anima Suprema, non nata e immutabile. I sei tipi di trasformazione che deve subire il corpo materiale non Vi toccano affatto. E la meravigliosa varietà che popola l'universo materiale è anch'essa creata da Voi, che siete entrati come Anima Suprema in ciascuno degli esseri viventi e perfino negli atomi. Voi siete il sostegno di tutto ciò che esiste.

"La forza vitale, il principio di vita in ogni cosa, così come la forza creatrice che ne deriva non agiscono da sole, ma dipendono completamente da Voi, o Signori Supremi, e non potrebbero agire senza la Vostra volontà. L'energia materiale non ha conoscenza, non può agire in modo indipendente, senza essere stata messa in moto da Voi. E poiché tutta la natura materiale riposa su di Voi, gli esseri viventi possono solo tentare d'agire, ma senza la Vostra volontà e approvazione non possono compiere nulla, né ottenere i risultati che desiderano.

"E' da Voi, e da Voi soltanto, che emana l'energia originale. Cari Signori, i raggi della luna, il calore del fuoco, la radiosità del sole, se lo scintillìo delle stelle e il fulmine carico d'elettricità e così potente, il peso delle montagne, l'energia della Terra e la qualità del suo profumo sono altrettante manifestazioni della Vostra Persona. E così anche il gusto dell'acqua pura, e la forza vitale che mantiene ogni vita, sono tutti aspetti di Vostre Grazie.

"Cari Signori, sebbene la forza dei sensi, il potere della di pensare, sentire e volere, e anche la potenza, i movimenti e la crescita del corpo possano sembrare il risultato dei movimenti delle arie all'interno del corpo, in realtà sono soltanto manifestazioni della Vostra energia. La vasta distesa dello spazio riposa in Voi. Le vibrazioni dell'etere -il tuono, il suono supremo omkara e i diversi gruppi di sillabe che permettono di distinguere cose fra loro- sono le Vostre rappresentazioni simboliche. Voi siete tutto. I sensi, i maestri dei sensi, i deva e l'acquisizione del sapere, che è la funzione dei sensi e anche l'oggetto del sapere -Voi siete tutto. Le deliberazioni dell'intelligenza e la buona memoria degli esseri viventi siete Voi. Il principio egoistico inerente all'ignoranza e all'origine di questo universo materiale, e il principio egoistico inerente alla passione e all'origine dei sensi, e quello inerente alla virtù e all'origine dei deva che controllano questo mondo -siete ancora Voi. E sempre Voi siete l'energia illusoria, maya, causa dell'eterno trasmigrare dell'essere condizionato da una forma all'altra.

"Cari Signori, Voi siete la causa originale di tutte le cause come la terra è l'origine per le varie specie di alberi, piante e altre simili manifestazioni. E come in ogni cosa è rappresentata la terra, così Voi siete presenti in questa manifestazione materiale nella forma di Anima Suprema. Sì Voi siete la causa sovrana di tutte le cause, il principio eterno. Tutto, a dire il vero, è solo la manifestazione della Vostra energia. I tre guna -sattva, rajas e tamas- e il risultato della loro interazione sono legati a Voi attraverso la yoga-maya; e benché si creda siano indipendenti, non lo sono affatto perché alla fine l'intera energia materiale riposa su di Voi, l'Anima Suprema. Poiché siete la causa ultima di ogni cosa, le trasformazioni della natura materiale -nascita. crescita, stabilizzazione, riproduzione, declino e distruzione - sono assenti in Voi. La vostra energia suprema, yoga-maya, riveste mille forme, ma proprio perché la Vostra energia, Voi siete presenti dappertutto."

Il Signore spiega molto bene questa verità nel nono capitolo della Bhagavad-gita: "Quest'universo è tutto penetrato da Me nella Mia forma non manifestata. Tutti gli esseri sono in Me, ma Io non sono in loro." Quest'affermazione è ripresa qui da Vasudeva. Dire che il Signore non è presente significa che Egli Si trova al di là di ogni cosa, sebbene la Sua energia agisca dappertutto. Un semplice esempio ci aiuterà a capire meglio. In una grande industria l'energia o il potere d'organizzazione del direttore agisce fin nelle minime strutture, ma ciò non significa che il direttore sia presente in persona in ogni luogo dell'impresa, anche se la sua presenza è avvertita da tutti i dipendenti in ogni settore. Solo per pura formalità il direttore manifesta la sua presenza, perché in realtà la sua energia agisce già dappertutto. Così, l'onnipresenza del Signore Supremo è avvertita nell'azione delle Sue energie. Perciò la filosofia dell'inconcepibile e simultanea differenza e non-differenza tra il Signore e tutto ciò che esiste è confermata ovunque. In breve, Dio è Uno, ma le Sue energie sono molteplici.

Vasudeva disse: "L'universo materiale è come un grande fiume, le onde sono i tre guna -la virtù, la passione e l'ignoranza. Il corpo materiale, i sensi -le facoltà di pensare, sentire e volere- e gli stati d'infelicità -gioia, attaccamento e cupidigia- non sono che i prodotti dei tre guna. L'uomo sciocco non capisce che la Vostra identità spirituale e assoluta trascende questi influssi materiali, perciò resta impigliato nelle reti dell'azione interessata e deve subire il perpetuo ciclo di morti e rinascite, privo della possibilità di liberarsene."

Ciò è confermato dal Signore nella Bhagavad-gita con queste parole: "Chiunque conosca la natura dell'avvento e degli atti del Signore Supremo, Sri Krishna, si libera dalle grinfie della natura materiale e ritorna nella dimora originale, accanto a Dio." E' evidente dunque che il nome, la forma, gli atti e gli attributi spirituali di Sri Krishna non sono un prodotto della natura materiale.

Vasudeva continuò dicendo: "Cari Signori, se l'anima condizionata, nonostante i suoi difetti, viene in qualche modo a contatto col servizio di devozione, otterrà la forma umana e una coscienza sviluppata per proseguire sulla via del servizio di devozione. Purtroppo illusi dall'energia esterna, gli uomini per lo più non approfittano del vantaggio offerto dalla forma umana e perdono così la possibilità di conoscere la libertà eterna sprecando stupidamente il progresso compiuto in migliaia di vite.

"Succube della concezione corporale dell'esistenza e sotto l'influsso del falso ego, l'uomo si attacca alla prole uscita dal suo corpo; ed è così che tutti gli esseri condizionati si lasciano prendere nel gioco delle relazioni illusorie e degli affetti mal riposti. Il mondo intero si muove sotto la spinta di questo sentimento sbagliato, che è fonte di schiavitù. Ma so che nessuno di Voi due è mio figlio; Voi siete l'origine, i capi di tutti i progenitori, le Persone Supreme conosciute come Pradhana e Purusa. E siete apparsi su questo pianeta per ridurre il fardello del mondo, distruggendo i re che inutilmente ingrandiscono la loro forza militare. Di questo mi avevate già informato in passato. O Signori, Voi siete il rifugio delle anime sottomesse, i benefattori sovrani del semplice e dell'umile. Prendo dunque rifugio ai Vostri piedi di loto, che permettono di sottrarci al labirinto dell'esistenza materiale.

"Per molto tempo ho considerato il corpo come il vero sé, e benché Voi siate Dio, la Persona Suprema, Vi ho considerati miei figli. O Krishna, nel momento stesso in cui apparisti nella prigione di Kamsa, fui informato che Tu non eri altri che Dio, la Persona Suprema, disceso sulla Terra per proteggere i prncìpi della spiritualità e distruggere gli infedeli. Tu sei il non-nato, ma discendi di era in era per compiere la Tua missione. O Signore, come numerose forme si disegnano nel cielo e poi si disperdono, così Tu appari e scompari in questo mondo sotto numerose forme, tutte eterne. Chi può comprendere i Tuoi divertimenti o il mister delle Tue apparizioni e scomparse? A noi non rimane dunque che glorificare la Tua grandezza suprema."

Mentre Vasudeva parlava così ai suoi figli divini, Essi sorridevano. Krishna e Balarama hanno un grande affetto per i Loro devoti, perciò accettarono le parole di apprezzamento del Loro padre con un sorriso pieno di bontà. Poi Krishna, confermando tutte le parole di Vasudeva, disse: "Caro padre, per quanto tu dica Noi rimaniamo sempre i tuoi figli. Il modo in cui Ci hai descritto dimostra certamente un'elevata comprensione filosofica del sapere spirituale, e tutto ciò che hai detto Io l'approvo fin nei particolari."

Considerando Krishna e Balarama come figli suoi Vasudeva si trovava al livello più perfetto dell'esistenza; ma poiché i saggi riuniti nel luogo santo di Kuruksetre avevano descritto il Signore come la causa ultima di tutto ciò che esiste, Vasudeva, per amore di Krishna e Balarama, aveva semplicemente ribadito le loro affermazioni. Sri Krishna non desiderava affatto modificare la Sua relazione filiale con Vasudeva, perciò disse subito con le prime parole della Sua risposta di essere il figlio eterno di Vasudeva, che è Suo padre eternamente. Quindi Krishna spiegò a Vasudeva l'identità spirituale di tutti gli esseri viventi: "Caro padre, Io stesso e Mio fratello Balarama, i cittadini di Dvaraka e gli abitanti dell'intera manifestazione cosmica, tutti siamo come tu ci hai descritto, ma tutti noi siamo Uno qualitativamente ."

Krishna voleva che Vasudeva vedesse ogni cosa con gli occhi di un maha-bhagavata, cioè di un bhakta di prim'ordine, che vede tutti gli esseri come frammenti del Signore Supremo e percepisce la presenza di Dio nel cuore di ciascuno. In realtà, tutti gli esseri possiedono un'identità spirituale, ma a contatto con l'esistenza materiale cadono sotto l'azione dei tre guna e sono ricoperti dalla concezione corporale dell'esistenza; dimenticano così che l'anima spirituale partecipa in modo qualitativo della stessa natura di Dio, la Persona Suprema, e credono, a torto, di essere distinti gli uni dagli altri per le differenze fisiche. In altre parole, a causa delle diversità esistenti tra i corpi l'anima spirituale ci sembra diversa in ciascuno.

Krishna fece poi un bell'esempio basato sui cinque elementi materiali, cioè la terra, l'acqua, il fuoco, l'aria e l'etere, che sono presenti in ogni parte del mondo -in un vaso di terracotta come in una montagna, in un albero come in un orecchino. Questi cinque elementi sono presenti in ogni luogo, in proporzioni e quantità differenti; la montagna è una manifestazione colossale dell'unione di questi elementi, che esistono anche in un vaso di terracotta ma in quantità minore. Tutti gli oggetti materiali, anche se di forme e volumi diversi, sono composti dagli stessi ingredienti. Anche gli esseri viventi -da Krishna alle innumerevoli forme di Visnu, o Visnu-tattva, fino agli esseri individuali che in questo mondo rivestono le forme più disparate, da quella di Brahma alla minuscola formica- tutti partecipano della stessa natura spirituale. Forse varia la dimensione o l'aspetto quantitativo, ma la natura qualitativa è sempre per tutti la stessa. Di conseguenza, le Upanisad affermano che Krishna, il Signore Supremo, è il più grande di tutti gli esseri: assicura il mantenimento di tutti e provvede a ogni loro necessità. Chiunque conosca questa filosofia possiede il sapere perfetto. Perciò l'aforisma vedico tat tvam asi, "Tu sei lo stesso", non significa affatto che ognuno è Dio, ma che tutti hanno in qualità la stessa natura di Dio.

Dopo aver ascoltato Krishna che riassumeva l'intera filosofia spirituale, Vasudeva si sentì estremamente soddisfatto di suo figlio, e dalla gioia non riuscì a dire neppure una sola parola. Intanto, Devaki, la madre d Krishna, era rimasta seduta accanto allo sposo. Aveva sentito dire che Krishna e Balarama una volta avevano mostrato una grande bontà verso il Loro precettore riportandogli suo figlio dopo averlo ripreso a Yamaraja, il deva della morte; da allora Devaki pensava spesso ai suoi figli che erano stati uccisi da Kamsa, e questo ricordo la gettava nella più profonda tristezza.

Per compassione verso i propri figli scomparsi Devaki fece appello a Krishna e Balarama dicendo Loro: "Mio caro Balarama, il Tuo nome stesso indica che Tu procuri a tutti un piacere e una forza illimitati. La Tua potenza infinita non può essere compresa dalla nostra mente o espressa dalla nostra parola. E tu, mio caro Krishna, Tu sei il maestro di tutti gli yogi. So che sei anche il maestro dei Prajapati, come Brahma e i suoi assistenti, e sei la Persona Suprema e originale, Narayana. So per certo che siete scesi sulla Terra a distruggere tutti i miscredenti, coloro che nel corso del tempo si sono sviati, coloro che hanno perso il controllo della mente e dei sensi e hanno lasciato il piano della virtù trascurano di proposito le istruzioni delle Scritture rivelate e vivendo una vita di eccessi e d'impudenza. Voi siete venuti in questo mondo per alleviarne il fardello distruggendo gli empi dirigenti di governo. Mio caro Krishna, so che Maha-Visnu, che è disteso nell'Oceano Causale della manifestazione cosmica e rappresenta la fonte di tutta questa creazione, non è che l'emanazione di un'emanazione plenaria della Tua Persona. La creazione, il mantenimento e la distruzione di questa manifestazione cosmica avvengono semplicemente attraverso una Tua emanazione plenaria. Perciò, senza alcuna riserva, prendo rifugio in Te.

"Ho sentito dire che Tu e Balarama su richiesta del Vostro precettore, Sandipani Muni, che desideravate ricompensare, avete riportato in vita suo figlio, morto già da molto tempo e sotto la tutela di Yamaraja. Da questo Tuo atto capisco che sei il più grande maestro di tutti gli yogi; Ti prego, dunque, soddisfa nello stesso modo anche il mio desiderio. Riporta in vita, Ti prego, tutti i miei figli, che furono uccisi da Kamsa; se me li restituirai il mio cuore si riempirà di gioia. Rivederli anche una sola volta mi darà grande contentezza."

All'udire queste parole, Krishna e Balarama chiamarono subito la Loro yoga-maya perché Li asiste-sse, e partirono verso il sistema planetario inferiore conosciuto col nome di Sutala. Un tempo, il Signore Supremo, nella forma dell'avatara Vamana, Si mostrò soddisfatto del re degli asura, Bali Maharaja, che Gli aveva offerto tutto ciò che possedeva, e lo ricompensò dandogli tutto il sistema planetario Sutala, come dimora e regno. Quando questo grande bhakta vide Krishna e Balarama sul suo pianeta, fu sommerso da un oceano di felicità. Appena Li scorsero, lui e la sua famiglia si alzarono per prosternarsi ai Loro piedi di loto, e bali Maharaja offrì a Krishna i seggi migliori. Quando Krishna e Balarama si furono comodamente seduti, il re cominciò a lavare i Loro piedi di loto, poi spruzzò quell'acqua sulla propria testa e su quella dei propri familiari. Notiamo qui che l'acqua con cui sono stati lavati i piedi di Krishna e Balarama può purificare anche i più grandi deva, come Brahma.

Poi Bali Maharaja portò ricchi abiti, gioielli, polpa di sandalo, noci di betel, lampade di ghi e vari cibi squisiti. Insieme con la sua famiglia venerò il Signore secondo le regole delle Scritture, e ancora una volta abbandonò le sue ricchezze e il suo corpo ai piedi di loto di Krishna. Bali Maharaja sentiva una felicità spirituale così intensa che più volte prese i piedi di loto del Signore e se li strinse al petto, oppure se li posò sul capo provando un piacere sublime. Lacrime d'amore presero a scorrere dai suoi occhi e i peli gli si rizzarono sul corpo, mentre con voce rotta dall'emozione offriva le sue preghiere al Signore.

"Caro Balarama, Tu sei l'Anantadeva originale, così grande che Ananta Sesa e le altre innumerevoli forme spirituali e assolute sono state emanate, in origine, dalla Tua Persona e da quella di Krishna. Voi siete Dio, la Persona Suprema e originale, e la Vostra eterna trabocca di felicità senza fine e di sapere perfetto. Siete il creatore del mondo intero, l'iniziatore originale e il propagatore delle vie del jñana-yoga e del bhakti-yoga. Voi siete il Brahman Supremo, la Persona originale, Dio. Offro dunque a Voi il mio rispettoso omaggio. Miei cari Signori, è molto difficile per gli esseri viventi poterVi vedere; eppure, per la Vostra misericordia, i Vostri devoti possono contemplarVi facilmente. Così, solo per la Vostra grazia incondizionata avete acconsentito a venire in questi luoghi e a mostrarVi ai nostri occhi, noi che siamo di solito l'influsso dell'ignoranza e della passione.

"Cari Signori, noi apparteniamo ai Daitya, alla famiglia degli esseri demoniaci che comprende i Gandharva, i Siddha, i Vidhyadara, i Carana, gli Yaksa, i Raksasa, i Pisaca, gli spettri e gli spiriti maligni, tutti incapaci per natura di offrirVi adorazione o diventare Vostri devoti; anzi, d'ostacolo alla via della devozione. Al contrario, Voi siete Dio, la Persona Suprema, che rappresenta tutti i Veda ed è situata nella virtù pura. Voi rimanete sempre sul piano trascendentale, perciò alcuni di noi, sebbene nati dalla passione e dall'ignoranza, hanno preso rifugio ai Vostri piedi di loto e sono diventati Vostri devoti. Alcuni di noi sono in realtà puri bhakta, mentre altri hanno preso rifugio ai Vostri piedi di loto nella speranza di ottenere qualche beneficio in cambio della loro devozione.

"Solo per la Vostra misericordia incondizionata noi, essere demoniaci, possiamo stare in diretto contatto con le Vostre Grazie; neppure i grandi deva, infatti, hanno questa fortuna. Nessuno sa come Voi agite attraverso la Vostra potenza, yoga-maya. Neanche i deva possono misurare la grandezza delle opere della Vostra potenza interna, che dire di noi! Vi sottometto dunque le mie umili preghiere: siate buoni con me, che sono completamente abbandonato alla Vostra Persona, e beneditemi con la Vostra misericordia incondizionata affinché possa ricordarmi i Vostri piedi di loto, vita dopo vita. La mia unica ambizione è quella vivere in solitudine come i paramahamsa, che viaggiando qua e là con una grande pace nella mente dipendono soltanto dai Vostri piedi di loto; e se devo avere la compagnia di qualcuno, spero che sia quella dei Vostri puri devoti e di nessun altro, perché essi vogliono sempre il bene di tutti gli esseri viventi.

"Cari Signori, Voi siete il maestro supremo, che guida il mondo intero. Vi prego, impegnatemi al Vostro servizio e permettetemi così di liberarmi da ogni contaminazione materiale. Infatti, chiunque s'impegni nel servizio d'amore offerto alle Vostre Grazie è subito sciolto dall'obbligo di seguire i princìpi regolatori prescritti dai Veda."

Il termine paramahamsa menzionato prima designa il più perfetto dei cigni. Si dice che un cigno (hamsa) possa estrarre da un miscuglio di latte e acqua solo il latte; così colui di questo mondo può percepire l'aspetto spirituale e vivere in solitudine, dipendendo esclusivamente dall'Essere spirituale supremo, è chiamato paramahamsa. Una volta raggiunto questo livello non si è più soggetti ai princìpi regolatori prescritti dai Veda. Inoltre il paramahamsa accetta solo la compagnia dei puri bhakta e rifiuta quella delle persone troppo dedite alla vita materiale. I materialisti, infatti, non possono apprezzare il valore di un paramahamsa menzionato prima designa il più perfetto dei cigni. Si dice che un cigno (hamsa) possa estrarre da un miscuglio di latte e acqua solo il latte; così colui di questo mondo può percepire l'aspetto spirituale e vivere in solitudine, dipendendo esclusivamente dall'Essere spirituale supremo, è chiamato paramahamsa. Una volta raggiunto questo livello non si è più soggetti ai princìpi regolatori prescritti dai Veda. Inoltre il paramahamsa accetta solo la compagnia dei puri bhakta e rifiuta quella delle persone troppo dedite alla vita materiale. I materialisti, infatti, non possono apprezzare il valore di un paramahamsa, al contrario di coloro che avendo la fortuna di essere avanzati sulla via spirituale cercano rifugio in loro per completare con successo la loro missione di uomini.

Alle preghiere di Bali Maharaja, Sri Krishna così rispose: "Caro re degli asura, durante l'era di Svayambhuva Manu, il Prajapati di nome Marici generò nel grembo della sua sposa Urna sei figli, tutti deva. Un giorno Brahma, attratto dalla bellezza della propria figlia, si mise a seguirla spinto dal desiderio sessuale, e il suo comportamento disgustò i figli di Marici. Ma le loro critiche dirette a Brahma costituivano una grave offesa, così essi furono condannati a nascere come nipoti dell'asura Hiranyakasipu. Questi nipoti di Hiranyakasipu entrarono poi nel grembo di madre Devaki e appena vennero alla luce Kamsa li massacrò uno dopo l'altro. Caro re degli asura, Devaki è ora molto impaziente di rivedere questi sei figli, la cui morte precoce per mano di Kamsa l'ha profondamente addolorata. So che vivono tutti con te, e ho deciso di venire a riprenderli per tranquillizzare madre Devaki. Dopo aver visto Mia madre, queste sei anime condizionate saranno liberate e con loro grande gioia saranno trasferite sul loro pianeta d'origine dove ritroveranno la dignità di deva. Ecco i loro nomi: Smara, Udgitha, Parisvanga, Patanga, Ksudrabriht e Ghrini."

Dopo aver informato il re degli asura Krishna tacque, e Bali Maharaja capì il piano del Signore. Il re venerò adeguatamente Krishna e Balarama, che poi presero con Sé le sei anime condizionate e tornarono a Dvaraka, dove le presentarono a madre Devaki sotto forma di neonati. Devaki si sentì riempire di gioia, e il suo affetto materno provocò in lei un'estasi tale che il latte le sgorgò dal seno. Nutrì i sei bambini con grande soddisfazione e non finiva più di stringerli a sé, di odorare le loro teste e pensare: "Krishna mi ha riportato i miei figli perduti!" Per qualche tempo Devaki rimase sotto l'azione dell'energia di Visnu e, traboccante d'affetto materno, godette della compagnia dei figli ritrovati.

Il latte di Devaki, che un tempo aveva nutrito Krishna, era un nettare spirituale; così i bambini che succhiarono quel seno che aveva toccato il corpo di Sri Krishna, raggiunsero la realizzazione spirituale. Essi offrirono dunque i loro omaggi a Krishna, a Balarama, al loro padre Vasudeva e a madre Devakì, poi ciascuno raggiunse il suo pianeta celeste.

Dopo la loro partenza, Devakì rimase stupefatta al pensiero che i suoi figli morti erano tornati e ripartiti ancora, questa volta per raggiungere i loro pianeti. E poté adattarsi a quegli avvenimenti solo pensando ai divertimenti di Krishna, in cui qualsiasi meraviglia può succedere perché le potenze del Signore sono inconcepibili. In realtà, se non si accettano le potenze inconcepibili e illimitate del Signore, non si può capire l'identità di Krishna come Anima Suprema. Con le Sue potenze infinite, Egli compie infiniti divertimenti, che nessuno può pienamente descrivere o comprendere. Suta Gosvami, che raccontava lo Srimad-Bhagavatam davanti ai saggi di Naimisaranya, guidati da Saunaka Rsi, diede a questo proposito il seguente giudizio:

"O grandi saggi, vi prego di capire che i divertimenti assoluti di Krishna sono tutti terni. Il loro racconto non è una semplice narrazione di fatti storici, ma è identico alla Persona stessa del Signore. Perciò, chiunque ascolti i divertimenti del Signore divertimenti del Signore diventa subito purificato dalla contaminazione dell'esistenza materiale. Da parte loro, i puri bhakta godono d questi racconti come di un nettare, versato nei loro orecchi." Questi racconti furono riportati da Sukadeva Gosvami, l'illustre figlio di Vyasadeva; chiunque li ascolti o li ripeta ad altri diventa cosciente di Krishna e solo le persone coscienti di Krishna possono tornare nella loro dimora originale, il regno di Dio.

 

Così terminano gli insegnamenti di Bhaktivedanta sull'ottantaquattresimo capitolo del Libro di Krishna, intitolato: "Le istruzioni spirituali impartite a Vasudeva e il ritorno in vita dei sei figli di Devaki".

 

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