Il Libro di Krishna

 

CAPITOLO 89

 

I divertimenti di Sri Krishna

 

 

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Al suo ritorno dal regno spirituale, che aveva potuto visitare personalmente in compagnia di Krishna, Arjuna era sbalordito, e pensava tra sé che per la grazia di Krishna anche un essere comune come lui aveva potuto vedere coi propri occhi il mondo spirituale, e per di più la forma originale di Maha-Visnu, la causa della creazione materiale! Si dice che Krishna non Si allontani mai da Vrindavana: vrndavanam parityajya na padam ekam gacchati. Krishna è "supremo" a Mathura, "più supremo a Vrindavana. A Dvaraka, Krishna manifesta i Suoi divertimenti nella Sua espansione di Vasudeva, manifestato a Mathura o a Dvaraka e la forma originale di Krishna a Vrindavana. All'inizio di questo libro abbiamo spiegato che quando Krishna appare, con Lui scendono tutti i Suoi avatara, espansioni plenarie ed emanazioni di espansioni plenarie. Così, alcuni dei Suoi numerosi divertimenti non sono compiuti dal Krishna originale, ma dalle Sue diverse espansioni plenarie ed emanazioni di avatara. Arjuna era dunque confuso: perché Krishna era andato da Karanarnavasayi Visnu nel mondo spirituale? Srila Visvanatha Cakravarti Thakura ha trattato ampiamente questo argomento nei suoi commenti.

Dalle parole di Maha-Visnu si può capire quanto Egli fosse ansioso di vedere Krishna. Ma come si spiega che Maha-Visnu, che per rapire i figli del brahmana era dovuto andare a Dvaraka, non aveva visto Krishna là? Una possibile risposta è che se Krishna non vuole, non può essere visto neppure da Maha-Visnu, che è disteso sull'Oceano Causale, nel mondo spirituale. Perciò Maha-Visnu rapì i figli del brahmana uno dopo l'altro, appena nascevano, in modo che Krishna venisse a riprenderli personalmente e Si mostrasse a Lui. Ma allora, perché Maha-Visnu andò personalmente a Dvaraka, se non avrebbe potuto vedere Krishna? Perché non mandò uno dei Suoi compagni a rapire i figli del brahmana? A questa domanda si potrebbe rispondere che è molto difficile creare problemi ai cittadini di Dvaraka in presenza di Krishna; nessuno dei compagni di Maha-Visnu sarebbe stato capace di portare via i figli del brahmana, perciò Maha-Visnu dovette andare a prenderli personalmente.

Ci sarebbe ancora un'altra domanda: Dio è conosciuto come brahmanya-deva, l'adorato Signore dei brahmana; perché allora gettò un brahmana in una condizione così disperata, togliendogli tutti i suoi nove figli, uno dopo l'altro? La risposta è che Maha-Visnu era così ansioso di vedere Krishna che non esitò a mettere in difficoltà perfino un brahmana. Fare del male a un brahmana è un'azione proibita, ma Visnu era pronto a tutto pur di vedere Krishna, tanto grande era il Suo desiderio. Dopo la scomparsa di tutti i suoi figli, il brahmana sarebbe certamente andato al palazzo per accusare il re di non saper proteggere i brahmana e dunque di essere indegno di occupare il trono. Secondo il piano di Maha-Visnu, il brahmana avrebbe accusato gli ksatriya e anche Krishna, che sarebbe stato costretto ad andare da Lui per riprendere i figli del brahmana.

A questo punto può sorgere un'altra domanda ancora: se Maha-Visnu non può vedere Krishna, com'è possibile che Krishna fosse obbligato a presentarSi davanti a Lui per riprendere i figli del brahmana? La risposta è che Sri Krishna non andò da Maha-Visnu per riprendere i bambini, ma per amore di Arjuna. La Sua amicizia con Arjuna era così intima che quando Arjuna era pronto a morire gettandosi nel fuoco, Krishna volle assolutamente proteggerlo. Arjuna, tuttavia, non sarebbe tornato sulla sua decisione se non fossero stati restituiti i figli del brahmana, perciò Krishna gli promise: "Andrò Io a riprendere i figli del brahmana. Non cercare di toglierti la vita."

Se Krishna fosse andato da Maha-Visnu solo per chiederGli i figli del brahmana non avrebbe aspettato fino al rapimento del nono figlio. Ma quando anche l'ultimo bambino fu portato da Maha-Visnu, e Arjuna era pronto a gettarsi nel fuoco perché la sua promessa si era rivelata falsa, la situazione diventò così grave che Krishna decise di andare da Maha-Visnu insieme ad Arjuna. Si dice che Arjuna fosse un avatara di Nara-Narayana, tanto che viene chiamato talvolta col none di Nara-Narayana. L'avatara Nara-Narayana è un'espansione plenaria di Sri Visnu, perciò quando Arjuna andò con Krishna da Maha-Visnu, perciò quando Arjuna andò con Krishna da Maha-Visnu, è sottinteso che egli fece questo viaggio manifestando la sua potenza di Nara-Narayana, così come Krishna, nei Suoi divertimenti di Dvaraka, agì con la Sua potenza di Vasudeva.

Dopo aver visitato il mondo spirituale, Arjuna concluse che qualsiasi opulenza si possa manifestare nel mondo materiale o in quello spirituale non è altro che un dono di Krishna. Il Signore Si manifesta in varie forme, nei Visnu-tattva e nei jiva-tattva, dette anche svamsa e vibhinnamsa. Nei Suoi numerosi divertimenti spirituali, Egli può dunque manifestarSi sia come svamsa sia come vibhinnamsa, a Suo piacere, pur restando sempre Dio, la Persona Suprema e originale.

Nel novantesimo capitolo del decimo Canto dello Srimad-Bhagavatam, che descrive l'ultima parte dei divertimenti di Krishna, Sukadeva Gosvami volle spiegare come Krishna viveva felicemente a Dvaraka, completo in ogni Sua perfezione. La perfezione della potenza di Krishna è già stata rivelata in molti divertimenti, ma è la Sua vita a Dvaraka che mostra la perfezione della Sua ricchezza e della Sua bellezza. In questo mondo materiale, che è solo un riflesso distorto del mondo spirituale, la ricchezza e la bellezza sono considerate le opulenze più grandi, perciò quando Krishna, Dio, la Persona Suprema, era presente su questo pianeta, la Sua bellezza non avevano pari nei tre mondi. Krishna godeva della compagnia di oltre sedicimila spose meravigliose, ed è moto significativo il fatto che Krishna vivesse a Dvaraka come unico sposo di queste centinaia e migliaia di donne stupende. A questo proposito viene precisato che Egli era lo sposo unico di oltre sedicimila regine. Certamente non è la prima volta nella storia che un potente re abbia avuto molte centinaia di regine, ma sebbene fosse l'unico marito di tante donne, non poteva godere di tutte loro contemporaneamente. Krishna, invece, godette della compagnia di tutte le 16.108 spose simultaneamente.

Sebbene gli yogi possano espandere il loro corpo in molte forme, queste espansioni non hanno nulla in comune con quelle di Krishna, che è chiamato anche Yogesvara, il maestro di tutti gli yogi. Nelle Scritture vediche leggiamo che lo yogi Saubhari Muni si moltiplicò in otto forme, ma questo suo potere è simile a quello della televisione: l'immagine sul video può moltiplicarsi milioni di volte, ma nessuna di queste forme può agire in modo differente dall'altra, perché sono solo i riflessi dell'immagine originale e possono muoversi solo come l'originale. Le espansioni di Krishna, invece, non sono materiali come quelle della televisione o degli yogi. Infatti, quando Narada visitò i palazzi di Krishna, poté vedere che il Signore, nelle Sue diverse espansioni, era impegnato in attività differenti in ognuno dei palazzi delle regine.

Krishna viveva a Dvaraka come lo sposo della dea della fortuna. La regina Rukmini è la dea della fortuna, e tutte le altre regine sono sue emanazioni; Krishna, il capo della dinastia Vrishni, godette dunque delle proprie opulenze perfette in compagnia della dea della fortuna. Le regine di Krishna sono descritte come sempre giovani e belle, sembrava non avessero più di sedici o vent'anni, come Krishna, che a quel tempo aveva già nipoti e pronipoti. Le giovani regine erano così aggraziate nei loro movimenti che sembravano tante folgori nel cielo. Si vestivano con splendenti abiti e gioielli e si divertivano ora cantando, ora danzando o giocando a palla sulle terrazze delle loro dimore. La danza e il gioco del tennis delle ragazze del mondo materiale sono riflessi distorti dei divertimenti di Krishna, Dio, la Persona Suprema e originale, insieme con le Sue spose.

Le strade e i viali di Dvaraka erano sempre gremiti di elefanti, cavalli, carri e soldati di fanteria. Agli elefanti che sono impiegati in qualche lavoro si fa bere del liquore, e si dice che gli elefanti di Dvaraka ne avessero tanto da spruzzarne in grande quantità intorno a sé mentre avanzavano ebbri per le strade. Sfilavano soldati di fanteria, coperti di ornamenti d'oro; e cavalli e carri d'oro procedevano lentamente lungo le strade. Ovunque si vedevano parchi e giardini pieni d'alberi carichi di fiori e frutti, dove si davano convegno per un dolce concerto gli uccelli dal canto soave e i calabroni ronzanti. La città di Dvaraka era una festa di opulenze. Gli eroi della dinastia Yadu si consideravano gli abitanti più fortunati della città, e in effetti godevano di ogni piacere sublime.

Tutti i sedicimila palazzi delle regine di Krishna si trovavano nella meravigliosa città di Dvaraka, e Sri Krishna, l'eterno beneficiario supremo di tutte queste ricchezze, Si moltiplicava in sedicimila forme per impegnarSi simultaneamente in differenti attività familiari in quei sedicimila palazzi. Ogni palazzo era decorato di splendidi giardini e laghetti dalle acque cristalline, dove sbocciavano fiori di loto blu, gialli, bianchi e rossi; e la brezza, spirando, spargeva tutt'intorno il loro polline color zafferano. I laghi erano popolati di maestosi cigni, anatre e gru, che di tanto in tanto lanciavano i loro richiami con voce melodiosa. A volte Sri Krishna andava in questi laghi o nei fiumi, divertendoSi a nuotare con le Sue spose; accadeva allora che le spose del Signore, tutte dee della fortuna, Lo abbracciassero mentre facevano il bagno o nuotavano, e il kunkuma vermiglio che ornava il loro bel seno andava a colorare di rosso il petto del Signore.

Gli impersonalisti non osano credere che nel mondo spirituale possa esistere tutta questa varietà di divertimenti, ma per far conoscere il vero piacere, quello eterno, che esiste nel mondo spirituale, Sri Krishna scese su questo pianeta e mostrò che il mondo spirituale non è privo delle attrattive che offre la vita. L'unica differenza è che nel mondo spirituale questi piaceri sono eterni, senza fine, mentre nel mondo materiale sono soltanto un riflesso distorto e temporaneo.

Mentre Sri Krishna era assorto nei Suoi divertimenti, i Gandharva e i musicisti di professione Lo glorificavano con melodiosi concerti, accompagnandosi con mridanga, tamburi, timpani, strumenti a corde e trombe d'ottone; allora tutta l'atmosfera si trasformava in una grande celebrazione festosa. Piene di gioia, le spose di Krishna spruzzavano il corpo del Signore con una specie di siringa, e Lui faceva altrettanto. Impegnato in questi giochi, Krishna sembrava proprio il re dei pianeti celesti, Yaksaraja, che si diverte con le sue numerose mogli. (¹) Sul corpo bagnato delle regine, la bellezza del loro seno e dei loro fianchi risaltava mille volte di più, e i loro lunghi capelli scendevano a ornare quelle parti del corpo. I bei fiori delle loro acconciature cadevano, e le regine, apparentemente infastidite dal Signore che le copriva di spruzzi d'acqua, Gli si avvicinavano col pretesto di portarGli via quella specie di siringa, e questo loro tentativo dava al Signore l'occasione di abbracciarle non appena Gli erano vicine. Tra le braccia del Signore, le regine sentivano sulle loro labbra un chiaro segno d'amore coniugale e si veniva a creare cosi un'atmosfera di felicità spirituale. Quando la ghirlanda del Signore toccava il petto delle regine, tutto il loro corpo si copriva di giallo zafferano. Assorte in questi giochi sublimi, le regine dimenticavano sé stesse, e i loro capelli sciolti sembravano le belle onde di un fiume; quando spruzzavano il corpo del Signore, e Lui rispondeva nello stesso modo, sembrava proprio di vedere un elefante che si divertiva nell'acqua con le sue numerose compagne.

Dopo aver goduto a volontà di questi giochi, Sri Krishna e le regine uscivano dall'acqua, e i loro preziosi abiti bagnati venivano lasciati da parte per i cantanti e i danzatori di professione, che non avevano altro mezzo di sussistenza all'infuori degli abiti e dei gioielli preziosi lasciati dai re e dalle regine in occasioni simili. L'intera società era così ben organizzata che ogni individuo, a qualunque gruppo appartenesse -brahmana, ksatriya, vaisya e sudra-, poteva facilmente guadagnarsi da vivere, senza che nascessero competizioni tra un gruppo e l'altro della società. In origine, il sistema dei varna era stato creato in modo che un gruppo di persone impegnate in una certa occupazione non entrasse in competizione con un altro gruppo di persone, impegnate in un'occupazione differente.

In questo modo Sri Krishna godeva della compagnia delle Sue sedicimila spose. I devoti del Signore che vogliono amare Dio, la Persona Suprema, in una relazione d'amore coniugale, sono elevati alla posizione di spose di Krishna, e Krishna rafforza continuamente il loro legame con Suo comportamento amorevole. Il modo di fare di Krishna con le Sue spose, i Suoi discorsi con loro, i sorrisi, gli abbracci, e il Suo atteggiamento di sposo innamorato le teneva sempre molto legate a Lui. Questa è la più alta perfezione della vita: se una persona resta sempre attaccata a Krishna è considerata liberata, e la sua vita è un successo. Krishna ricambia i sentimenti del devoto non può rompere il legame che ha con Lui; la relazione che unisce Krishna ai Suoi devoti è così attraente che essi non possono pensare a nient'altro che a Lui.

Per tutte le regine, Krishna era il solo oggetto di adorazione. Esse erano sempre assorte in Krishna, Dio, la Persona Suprema dagli occhi di loto e dalla meravigliosa carnagione scura, e a volte, pensando a Lui, rimanevano silenziose, a volte parlavano come in delirio, immerse nella grande estasi di bhaya e anubhaya; a volte, anche in presenza di Sri Krishna, descrivevano vividamente i loro divertimenti con Lui nel lago o nel fiume. Ecco alcuni dei loro discorsi.

Una delle regine diceva all'uccello kurari: "Caro kurari, è notte fonda ormai. Tutti dormono. Il mondo è calmo e tranquillo. A quest'ora Dio, la Persona Suprema, sta dormendo, sebbene la Sua conoscenza rimanga intatta in qualsiasi circostanza. Perché non dormi anche tu? Perché ti lamenti così tutta la notte? Caro amico, è forse perché anche tu, come me, sei stato affascinato dagli occhi di loto di Dio, la Persona Suprema, dal Suo dolce sorriso e dalle Sue parole piacevoli? Forse anche il tuo cuore, come il mio, si strugge per questo Suo modo di fare?

"Benvenuta, cakravaki! Perché hai chiuso gli occhi? Stai cercando il tuo sposo, che forse è partito per paesi lontani? Perché ti lamenti così pietosamente? Ahimé, sembri molto infelice! O forse vuoi anche tu diventare un'eterna servitrice di Dio, la Persona Suprema? Penso proprio che tu abbia un forte desiderio di mettere una ghirlanda ai piedi di loto del Signore per posarla poi sul tuo capo.

"Oh, caro oceano, perché ti agiti senza sosta giorno e notte? Non ti piace dormire? Pare che tu soffra d'insonnia, oppure, se non sbaglio, il mio caro Syamasundara ti ha abilmente rubato la gravità e l'autocontrollo, che sono le tue qualità naturali? E' per questo motivo che soffri d'insonnia come me? Si, devo ammetterlo, non c'è rimedio per questo male.

"Caro deva della luna, mi sembra che tu sia stato attaccato da una grave forma di tubercolosi e stia dimagrendo ogni giorno di più. Mio signore, sei così debole ora che i tuoi fievoli raggi non riescono a dissipare le tenebre della notte. O forse anche tu, come me, sei rimasto colpito dalle parole misteriosamente dolci del mio Syamasundara? E' dunque per questa forte ansietà che ti sei ammalato così gravemente?

"O brezza dell'Himalaya, che cosa ti ho fatto perché tu mi stuzzichi con tanta insistenza risvegliando il mio ardente desiderio d'incontrare Krishna? Non sai che sono già stata ferita dal Suo furbo comportamento? Cara brezza dell'Himalaya, sappi che sono già stata colpita; che bisogno c'è di farmi soffrire ancora?

"Cara e bella nuvola, il colore del tuo bel corpo è proprio come quello del mio amato Syamasundara. Sicuramente devi essere molto cara al mio Signore, il capo della dinastia Yadu, e poiché Gli sei molto cara, sei sempre assorta in meditazione, proprio come me. Capisco che il tuo cuore è pieno d'ansietà a causa di Syamasundara; tu sei così impaziente di vederLo, e per questo motivo soltanto ci sono lacrime che scorrono dai tuoi occhi, proprio come succede a me. Mia cara nuvola scura, dobbiamo ammettere francamente che stabilire una relazione intima con Syamasundara vuol dire procurarsi ansietà inutili, quando si potrebbe rimanere comodamente a casa propria."

Di solito il cucù fa risuonare il suo richiamo al finire della notte o al mattino presto. Sentendo la sua voce all'alba le regine parlavano così: "Caro cucù, la tua voce è molto dolce. Appena la sentiamo, subito ci ricordiamo di Syamasundara, perché la tua voce sembra proprio la Sua. Dobbiamo ammettere che la tua voce è imbevuta di nettare ed è così ravvivante che può riportare in vita coloro che sono quasi morti per la separazione dal loro più caro amico. Ti siamo molto grate per questo. Dicci, per favore, come possiamo accoglierti o che cosa possiamo fare per te."

Continuando i loro discorsi, le regine si rivolgevano alla montagna: "Cara montagna, tu sei molto generosa. Grazie al tuo peso, l'intera crosta terrestre rimane al suo posto, e poiché tu compi fedelmente il tuo dovere, non ti muovi mai: sei così solenne che non ti muovi mai qua e là e non parli mai, sembri sempre immersa in pensieri profondi. Si direbbe che pensi a qualcosa di molto serio e importante, ma per noi è facile indovinare i tuoi pensieri. Siamo sicure che stai pensando di porre i piedi di loto di Syamasundara sui tuoi alti picchi, proprio come noi vogliamo mettere i Suoi piedi di loto sul nostro seno.

"Care nadi, (²) sappiamo che poiché è arrivata l'estate i vostri letti sono asciutti; e ora che tutta la vostra acqua è stata prosciugata non siete più abbellite dai fiori di loto. Sembrate molto magre e gracili, perciò possiamo capire che siete nella nostra stessa condizione. Noi abbiamo perso tutto a causa della separazione da Syamasundara, e non sentiamo più le Sue dolci parole. Il nostro cuore non funziona più bene, e anche noi siamo diventate magre e deboli. Perciò pensiamo che voi siete proprio come noi; vi siete ridotte così perché non ricevete più acqua dal vostro sposo, l'oceano, attraverso le nubi." Questo paragone delle regine è molto appropriato. I letti dei fiumi si asciugano quando l'oceano non fornisce loro l'acqua attraverso le nuvole. L'oceano è considerato lo sposo dei fiumi, e quindi il loro sostegno. Anche una donna che non riceve dal marito il necessario per vivere deperisce come un fiume in secca.

Una regina si rivolse a un cigno così: "Caro cigno, avvicinati, ti prego. Sei il benvenuto. Siediti e prendi un po' di latte. Caro cigno, posso chiederti se porti qualche messaggio di Syamundara? Senz'altro sei un Suo messaggero, e se hai qualche notizia, dimmela, ti prego. Il nostro Syamasundara è sempre molto indipendente, nessuno può avere il controllo su di Lui. Neppure noi ci siamo riuscite; perciò, dimmi come sta? Devi sapere che Syamasundara è molto volubile; la Sua amicizia è sempre temporanea, si spezza alla minima agitazione. Puoi spiegarmi, per favore, perché è così sgarbato con me? Una volta diceva che io ero la Sua sposa più cara; Si ricorda ora di questa Sua affermazione? Comunque, tu sei il benvenuto. Siediti, ti prego. Non posso accettare, però, la tua proposta di andare da Syamasundara. Se a Lui non importa niente di me, perché io dovrei impazzire per Lui? Mi dispiace molto dirtelo, ma sei diventato il messaggero di un padrone ben meschino. Tu mi chiedi di andare da Lui, ma io non ne ho la minima intenzione. Cosa dici? Verrà Lui da me? Vuole venire qui per soddisfare la mia lunga attesa? Va bene allora, portalo pure qui. Ma non portare con Lui la Sua amata dea della fortuna. Pensi che non possa separarSi da lei neppure per un istante? Non può venire qui da solo, senza Laksmi? Il Suo modo di fare è davvero spiacevole! Ciò significa che senza Laksmi, Syamasundara non può essere felice? Non può essere felice con un'altra sposa? La dea della fortuna ha un'oceano d'amore per Lui, e nessuna di noi può paragonarsi a lei?"

Tutte le spose di Krishna erano completamente assorte in Lui. Krishna è chiamato anche Yogesvara, il maestro di tutti gli yogi, e le spose di Krishna, a Dvaraka, tenevano sempre Yogesvara nel loro cuore. Piuttosto che cercare di possedere i poteri mistici dello yoga, è meglio tenere nel cuore il supremo Yogesvara, Krishna; così la nostra vita diventerà perfetta e molto facilmente potremo accedere al regno di Dio. Si deve sapere che tutte le regine che vivevano con Lui a Dvaraka erano state, nelle vite precedenti, bhakta molto elevati che desideravano stabilire col Signore una relazione d'amore coniugale; ebbero dunque la possibilità di diventare le Sue spose e godere di una costante relazione d'amore con Lui. Infine, tornarono sui pianeti Vaikuntha.

La Verità Assoluta, Dio, la Persona Suprema, non è mai impersonale. Tutte le Scritture vediche cantano le glorie sublimi delle Sue attività e divertimenti personali; si dice che nei Veda e nel Ramayana solo le attività del Signore siano descritte. Le Sue glorie sono celebrate in tutta la letteratura vedica, e non appena le persone dal cuore tenero - come le donne- ascoltano questi divertimenti spirituali di Sri Krishna, immediatamente sono attratte da Lui. Le donne e le ragazze sensibili rimangono facilmente attratte dal Movimento per la Coscienza di Krishna, e chi si sente attratto e cerca di restare sempre in questa coscienza, sicuramente otterrà la salvezza suprema e tornerà a Goloka Vrindavana, nella dimora di Krishna. Se è possibile raggiungere il mondo spirituale semplicemente coltivando la coscienza di Krishna, possiamo immaginare la felicità e le benedizioni che toccarono alle regine di Sri Krishna, che parlavano con Lui personalmente e Lo vedevano a tu per tu. Chi può descrivere la fortuna delle spose di Sri Krishna? Esse si prendevano personalmente cura di Lui, offrendoGli ogni tipo di servizio spirituale, Gli facevano il bagno, Lo nutrivano e Lo allietavano in vari modi. Nessuna austerità può essere paragonata al servizio delle regine di Dvaraka.

Sukadeva Gosvami disse al re Pariksit che nel campo della realizzazione spirituale le austerità e le penitenze delle regine di Dvaraka non possono essere paragonate a nessun altro metodo di realizzazione spirituale. L'unico scopo della realizzazione spirituale è Krishna, perciò anche se il legame che univa le regine a Krishna assomiglia a quello che unisce comunemente marito e moglie, è importante notare l'attaccamento delle regine per Krishna. Tutte le austerità e le penitenze devono servire a farci distaccare dal mondo materiale e ad aumentare il nostro attaccamento per Krishna, Dio, la Persona Suprema, che è il rifugio di tutte le persone che avanzano sul sentiero della realizzazione spirituale. Come capofamiglia ideale, Krishna visse con le Sue spose e compì i riti vedici al solo scopo di mostrare alle persone di scarsa intelligenza che il Signore Supremo non è mai impersonale. Krishna visse con le Sue spose e i Suoi figli per indicare col proprio esempio come le anime condizionate possono accettare la vita di famiglia a condizione che Krishna ne sia il centro. Per esempio, i componenti della dinastia Yadu vivevano nella famiglia di Krishna, e avevano fatto di Lui il centro di ogni loro attività.

La rinuncia non è tanto importante quanto l'attaccamento a Krishna, e il Movimento per la Coscienza si propone di far aumentare in noi questo attaccamento: non importa essere sannyasi o grhastha, si deve solo accrescere il proprio amore per Krishna se si vuole fare della propria vita un successo. Seguendo l'esempio di Sri Krishna si può vivere con la propria famiglia nella società, ma non per abbandonarsi al piacere dei sensi, bensì per comprendere Krishna aumentando sempre più il nostro attaccamento per Lui. I quattro princìpi conosciuti come dharma, artha, kama e moksa (religiosità, sviluppo economico, piacere dei sensi e liberazione), che elevano gli uomini dalla vita condizionata allo stato liberato, si possono acquisire anche vivendo in famiglia, se si segue l'esempio dei parenti Sri Krishna, cioè se si mette Krishna al centro di ogni attività.

Come già sappiamo, Krishna aveva 16.108 spose, tutte anime liberate, e tra esse Rukmini era la più importante. Seguivano altre sette spose principali, i cui i figli sono già stati menzionati precedentemente. Oltre a queste otto regine, Krishna ebbe dieci figli da ognuna delle altre regine, perciò i figli di Krishna erano in tutto 16.108 volte dieci. Non dovremmo stupirci nel sentire che Krishna aveva tutti questi figli: ricordiamoci che Krishna è Dio, la Persona Suprema, e possiede illimitate potenze. Egli stesso afferma che tutti gli esseri sono figli Suoi, perciò anche se avesse avuto sedici milioni di figli affezionati a Lui personalmente, perché meravigliarsene?

Tra i più potenti figli di Krishna, diciotto erano maha-ratha, (³) la cui vasta fama è descritta in quasi tutte le Scritture vediche. Erano Pradyumna, Aniruddha, Diptiman, Bhanu, Samba, Madhu, Brhadbhanu, Citrabhanu, Vrka, Aruna, Puskara, Vedabahu, Srutadeva, Sunandana, Citrabahu, Virupa Kavi e Nyagroda. Tra questi diciotto maha-ratha, il principale era Pradyumna, il primogenito di Rukmini, il quale ereditò tutte le qualità del suo grande padre, Sri Krishna. Pradyumna sposò la figlia di Rukmi, suo zio materno, e da queste nozze nacque Aniruddha, che era così forte da poter lottare da solo contro diecimila elefanti. Aniruddha sposò la nipote di Rukmi, fratello di sua nonna Rukmini. Poiché la parentela tra questi due cugini non era molto stretta, questi matrimoni non erano insoliti. Aniruddha ebbe un figlio, Vajra, che fu l'unico a sopravvivere quando l'intera dinastia Yadu fu distrutta dalla maledizione di un brahmana. Vraja, a sua volta, ebbe un figlio, che si chiamava Pratibahu; da Pratibahu nacque Subahu, da Subahu Santasena e da Santasena Satasena.

Sukadeva Gosvami afferma che tutti gli Yadu ebbero una prole numerosa. Non solo Krishna ebbe molti figli, nipoti e pronipoti, ma anche tutti e re che abbiamo nominato contribuirono ad accrescere la famiglia nello stesso modo; inoltre tutti erano straordinariamente ricchi e opulenti, nessuno di loro ebbe una vita breve o una costituzione gracile, ma soprattutto erano fedeli seguaci della cultura brahminica. I re ksatriya hanno il dovere di mantenere la cultura brahminica e proteggere i brahmana qualificati, e tutti questi re adempivano il loro dovere molto scrupolosamente. I componenti della dinastia Yadu erano così numerosi che per descriverli tutti non basterebbe una vita di molte migliaia di anni. Srila Sukadeva Gosvami riferì a Maharaja Pariksit, come aveva saputo da fonti autorizzate, che solo per educare i figli della dinastia Yadu erano necessari 38.800 000 acarya, o precettori. Possiamo quindi immaginare quanto grande fosse il numero dei componenti della famiglia, se solo per educare i loro figli occorrevano tanti maestri! Per quanto riguarda invece la forza militare degli Yadu, basterà sapere che il re Ugrasena, da solo, aveva dieci quadrilioni di soldati come scorta personale.

Prima dell'avvento di Sri Krishna in questo universo, si erano svolte molte battaglie tra gli esseri demoniaci e i deva, e tutti gli esseri demoniaci che rimasero uccisi ottennero la possibilità di rinascere nelle grandi famiglie reali di questa Terra. Ma ben presto, gonfi d'orgoglio per la loro nobile nascita, questi re presero a tormentare i loro sudditi, perciò Krishna apparve su questo pianeta, alla fine dello dvapara-yuga, e li annientò tutti. Come afferma la Bhagavad-gita -paritranaya sadhunam vinasaya ca duskrtam- il Signore viene per proteggere i Suoi devoti e annientare i miscredenti. Quando Krishna apparve, era accompagnato dai Suoi eterni servitori; ma anche alcuni deva Lo seguirono sulla Terra per assisterLo nei Suoi divertimenti sublimi, e tutti nacquero nella dinastia Yadu. Questa dinastia aveva centouno famiglie, che vivevano in differenti parti del Paese, e tutti i loro componenti rispettavano Sri Krishna secondo la sua posizione divina, perché Gli erano devoti con tutta l'anima e il cuore. Perciò gli Yadu erano tutti molto opulenti, felici e prosperi, e non avevano alcuna ansietà. Grazie alla loro naturale fede e devozione per Krishna, non subirono mai alcuna sconfitta. Il loro amore per Krishna era così intenso che tutte le loro attività abituali -mentre erano seduti, mentre dormivano, viaggiavano, conversavano, si divertivano, si lavavano- erano sempre assorti in Krishna e non badavano alle necessità fisiche. Questa è la caratteristica del puro devoto di Krishna. Come una persona che è concentrata in un particolare pensiero si dimentica talvolta delle sue attività fisiche, così gli Yadu, la cui attenzione era tutta assorta in Krishna, agivano meccanicamente nel provvedere ai bisogni del loro corpo. Le loro attività fisiche erano compiute con gesti automatici, ma la loro mente era sempre assorta nella coscienza di Krishna.

Srila Sukadeva Gosvami ha concluso il novantesimo capitolo del decimo Canto dello Srimad-Bhagavatam mettendo in rilievo cinque particolari perfezioni di Sri Krishna. Prima che Sri Krishna apparisse nella famiglia degli Yadu, il fiume Gange era conosciuto come la cosa più pura, tanto che persino gli oggetti contaminati potevano essere purificati a contatto con l'acqua del Gange. Questo potere eccezionale delle acque del Gange è dovuto al fatto che esse emanano dai piedi di Sri Visnu. Ma quando Sri Krishna, il Visnu supremo, apparve nella dinastia Yadu, viaggiò personalmente in tutto il loro regno, e grazie al Suo intimo contatto con i suoi componenti, la dinastia Yadu non solo divenne molto famosa ma il suo potere di purificazione superò quello delle acque del Gange.

La seconda perfezione dell'avvento di Sri Krishna fu che i devoti e gli esseri demoniaci ottennero lo stesso risultato , anche se in apparenza il Signore proteggeva gli uni e distruggeva gli altri. Sri Krishna è colui che concede i cinque tipi di liberazione, tra cui la sayujya-mukti, che porta a diventare Uno col Supremo. Questa liberazione, il Signore la concesse agli esseri demoniaci come Kamsa, mentre le gopi ottennero la possibilità di godere della Sua compagnia personale. Le gopi mantennero la loro individualità per godere della compagnia di Krishna, Kamsa invece fu accettato nel brahmajyoti, la radiosità impersonale del Signore. In altre parole, sia gli asura sia le gopi ottennero la liberazione spirituale, ma poiché gli uni erano nemici del Signore e le altre Gli erano amiche, gli asura furono uccisi e le gopi protette.

La terza perfezione dell'avvento di Sri Krishna fu che la dea della fortuna, che è adorata da deva come Brahma, Indra e Candra, rimase sempre impegnata al servizio del Signore, anche se Egli dava la preferenza alle gopi. Laksmiji, la dea della fortuna, fece del suo meglio per elevarsi al piano delle gopi, ma non ci riuscì. Tuttavia rimase fedele a Krishna, sebbene di solito ella non resti mai in uno stesso posto anche se riceve l'adorazione di grandi deva come Brahma.

La quarta perfezione dell'avvento di Krishna si riferisce alle glorie del Suo nome. Le Scritture vediche insegnano che cantando mille volte i nomi di Visnu si ottiene lo stesso beneficio che si ha cantando tre volte il nome di Rama. Ma è sufficiente cantare una sola volta il santo nome di Krishna per avere lo stesso risultato. In altre parole, fra tutti i santi nomi del Signore -compreso il nome di Visnu e di Rama- il santo nome di Krishna è il più potente. Perciò le Scritture vediche raccomandano in modo particolare il canto del santo nome di Krishna: Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare/Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare. Diffondendo in questa era il canto del santo nome di Krishna, Sri Caitanya ha reso la liberazione più facile da raggiungere che nelle altre ere. Sri Krishna è dunque superiore a tutti i Suoi avatara, sebbene essi siano tutti Dio, la Persona Suprema.

La quinta perfezione dell'avvento di Sri Krishna consiste nel fatto che Egli stabilì il più elevato di tutti i princìpi religiosi, affermando nella Bhagavad-gita che sottomettersi a Lui equivale a seguire tutti i princìpi religiosi. Nelle Scritture vediche sono menzionati venti tipi di princìpi religiosi, e ciascuno di essi è descritto in differenti sastra. Ma nella Sua grande benevolenza verso le anime cadute di quest'era, Krishna venne personalmente per invitarci a lasciare ogni tipo di rito religioso e abbandonarci a Lui. Si dice che in questa era di Kali manchino i tre quarti dei princìpi religiosi, ed è difficile seguire anche il quarto rimasto. Tuttavia, per la misericordia di Sri Krishna, non solo questa lacuna è stata colmata, ma il metodo religioso è diventato così semplice che è sufficiente impegnarsi nel servizio d'amore a Sri Krishna e cantare i Suoi santi nomi -hare krishna, hare krishna, krishna krishna, hare hare / hare rama, hare rama, rama rama, hare hare- per ottenere il più alto frutto della vita spirituale, cioè il ritorno al pianeta più elevato del mondo spirituale, Goloka Vrindavana. Si può così valutare il grande beneficio dell'avvento di Sri Krishna, e capire come per il Signore dare sollievo a tutto il mondo con la Sua venuta non sia un'impresa eccezionale.

Srila Sukadeva Gosvami conclude la descrizione dell'eccezionale posizione di Krishna glorificandoLo così: "Gloria a Te, Sri Krishna! Tu sei presente nel cuore di ogni essere nella Tua forma di Paramatma, perciò sei conosciuto come Jananivasa, Colui che vive nel cuore di ogni essere." La Bhagavad-gita lo conferma: isvarah sarva bhutanam hrd-dese 'rjuna tisthati, il Signore Supremo, nella forma di Paramatma, vive nel cuore di ogni essere. Ciò non significa che Krishna non abbia un'esistenza individuale come Dio, la Persona Suprema. I filosofi mayavadi accettano l'aspetto onnipresente del Param Brahman, ma quando il Param Brahman, il Signore Supremo, appare, credono che Egli cada sotto il dominio della natura materiale. Poiché Sri Krishna apparve come il figlio di Devaki, i filosofi mayavadi pensano che Krishna sia un essere comune che nasce in questo mondo materiale. Sukadeva Gosvami li avverte dell'errore usando l'espressione devaki-janma-vada: sebbene Krishna sia famoso come il figlio di Devaki, in realtà Egli è l'Anima Suprema, Dio, la Persona Suprema, onnipresente. Ma i devoti considerano il termine devaki-janma-vada sotto un'altro aspetto, e capiscono che Krishna è in realtà il figlio di madre Yasoda. Sebbene Krishna sia apparso come il figlio di Devaki, subito dopo la Sua nascita fu affidato alle cure di madre Yasoda, che insieme a Nanda Maharaja godette dei Suoi divertimenti d'infanzia. Vasudeva stesso, quando incontrò Nanda Maharaja e Yasoda a Kuruksetra, ammise che in realtà erano loro i veri genitori di Krishna e Balarama. Vasudeva e Devaki erano solo i genitori ufficiali, il vero padre e la vera madre di Krishna e Balarama erano Nanda e Yasoda. Sukadeva Gosvami si rivolse dunque a Krishna chiamandolo devaki-janma-vada.

Sukadeva Gosvami continua glorificando il Signore come Colui che è onorato dalla yadu-vara-parisat, l'assemblea degli Yadu, e come l'uccisore di numerosi demoni. Krishna, Dio, la Persona Suprema, avrebbe potuto distruggere tutti gli esseri demoniaci usando le sue energie materiali, ma volle ucciderli personalmente per poter concedere loro la liberazione. Krishna non aveva alcun bisogno di venire nel mondo materiale per uccidere gli esseri demoniaci, semplicemente con la Sua volontà ne avrebbe potuti annientare centinaia di migliaia senza sforzo personale. Egli venne per amore dei suoi puri devoti, per giocare come un bambino con madre Yasoda e Nanda Maharaja, e per dare piacere agli abitanti di Dvaraka. Uccidendo gli esseri demoniaci e proteggendo i Suoi devoti, Sri Krishna stabilì il vero principio religioso, che è l'amore per Dio. Seguendo questo principio anche gli esseri conosciuti come sthira-cara furono liberati da ogni contaminazione materiale e trasferiti nel regno spirituale. Sthira si riferisce agli alberi e alle piante, esseri immobili, e cara agli animali, in particolare alle mucche. Quando Krishna era presente liberò tutti gli alberi, le scimmie, e in genere le piante e gli animali che Lo videro e Lo servirono a Vrindavana o a Dvaraka.

Sri Krishna è celebrato in particolare per la Sua abilità nel dar piacere alle gopi e alle regine di Dvaraka. Sukadeva Gosvami Lo glorifica per il Suo incantevole sorriso, che affascinava non solo le gopi di Vrindavana, ma anche le regine di Dvaraka. Il termine esatto usato a questo proposito è vardhayan kamadevam. Come amico di molte gopi a Vrindavana e come sposo di molte regine a Dvaraka, Krishna intensificava il loro desiderio di godere con Lui. Di solito, chi vuole realizzare Dio o la propria natura spirituale deve sottoporsi a rigide ascesi e penitenze per molte migliaia di anni; ma le gopi e le regine di Dvaraka raggiunsero la più alta forma di liberazione solo accrescendo il proprio desiderio sensuale di godere con Krishna come Sue amiche o Sue spose.

Questo comportamento di Sri Krishna con le gopi e le regine è senza precedenti nella storia della realizzazione spirituale. Generalmente si crede che per raggiungere la realizzazione spirituale sia necessario andare nelle foreste o sulle montagne e sottoporsi a grandi austerità e penitenze; ma le gopi e le regine, solo per essersi legate a Krishna in un sentimento d'amore coniugale e aver goduto della Sua compagnia in una vita apparentemente sensuale e piena di lusso e opulenza, raggiunsero la liberazione più alta, che non può essere ottenuta neppure dai grandi saggi e dai santi. Anche asura come Kamsa, Dantavakra, Sisupala e altri ancora, poterono ottenere il beneficio supremo di essere elevati al mondo spirituale.

All'inizio dello Srimad-Bhagavatam, Srila Vyasadeva offrì i Suoi rispettosi omaggi alla Verità Suprema, Vasudeva Krishna. Poi raccomandò a suo figlio Sukadeva di predicare lo Srimad-Bhagavatam, ed è a questo proposito che Sukadeva Gosvami glorifica il Signore chiamandolo jayati. Seguendo le orme di Srila Vyasadeva, di Sukadeva Gosvami e degli altri acarya nella successione di maestri spirituali, tutti i popoli del mondo dovrebbero glorificare Sri Krishna e unirsi al Movimento per la Coscienza di Krishna, nel loro interesse. Il metodo è facile e benefico, si tratta di cantare il maha-mantra: hare krishna, hare krishna, krishna krishna, hare hare / hare rama, hare rama, rama rama, hare hare. Sri Caitanya ha raccomandato di non farci prendere dagli alti e bassi del mondo materiale; la vita quaggiù è temporanea, perciò gli alti e bassi vanno e vengono. Quando ci colpiscono dovremmo essere tolleranti come un albero e umili come un filo di paglia sulla strada, e continuare a impegnarci nella coscienza di Krishna cantando hare krishna, hare krishna, krishna krishna, hare hare / hare rama, hare rama, rama rama, hare hare.

Per la Sua misericordia incondizionata, Dio, la Persona Suprema, l'Anima Suprema in ogni essere vivente, scende nel mondo materiale per manifestare i Suoi numerosi divertimenti spirituali nella forma d'innumerevoli avatara. L'anima condizionata può liberarsi ascoltando questi meravigliosi divertimenti, tra cui i più piacevoli e affascinanti sono quelli di Sri Krishna, perché Egli è infinitamente affascinante.

Seguendo le gloriose orme di Srila Sukadeva Gosvami, abbiamo cercato di presentare questo Libro di Krishna perché le anime condizionate di quest'era possano leggerlo e ascoltarlo, così facendo sono sicure di ottenere la liberazione e tornare nella loro dimora, il regno di Dio. Sukadeva Gosvami spiega che ascoltando le attività e i divertimenti spirituali del Signore si spezzano gradualmente le catene della contaminazione materiale. Perciò, qualunque sia la nostra posizione, se vogliamo la compagnia di Krishna nel Suo regno spirituale, per una vita eterna piena di felicità, dobbiamo ascoltare i divertimenti del Signore e cantare il maha-mantra: hare krishna, hare krishna, krishna krishna, hare hare / hare rama, hare rama, rama rama, hare hare.

I divertimenti trascendentali di Krishna, Dio, la Persona Suprema, sono così potenti che semplicemente ascoltando, leggendo o ricordando questo libro di Krishna si è sicuri di tornare nel mondo spirituale, che generalmente è molto difficile da raggiungere. La descrizione dei divertimenti di Sri Krishna è così attraente che ci stimola a studiarla più volte; e quanto più la studiamo tanto più diventiamo attaccati a Krishna, attaccamento che ci renderà qualificati a entrare nella Sua dimora, Goloka Vrindavana. Come è stato spiegato nel capitolo precedente, superare il mondo materiale significa superare le rigide leggi della natura materiale. Queste leggi, però, non possono ostacolare il progresso di colui che è attratto dalla natura materiale. Queste leggi, però, non possono ostacolare il progresso di colui che è attratto dalla natura spirituale, come il Signore stesso conferma nella Bhagavad-gita: vincere le severe leggi della natura materiale è molto difficile, ma se ci abbandoniamo a Dio diventa molto facile superare l'ignoranza. Nel mondo spirituale non esiste l'influsso della natura materiale; come sappiamo dal secondo Canto dello Srimad-Bhagavatam, il mondo spirituale è caratterizzato dalla mancanza del potere di controllo dei deva e dell'influsso dellanatura materiale.

All'inizio del secondo Canto dello Srimad-Bhagavatam Srila Sukadeva Gosvami aveva consigliato a Maharaja Pariksit d'impegnarsi nell'ascolto e nel canto dei divertimenti del Signore, come dovrebbe fare ogni anima condizionata, e lo aveva informato che in passato molti altri re e imperatori si erano ritirati nelle foreste per compiere grandi austerità e penitenze allo scopo di tornare nel regno di Dio. Ancora oggi, in India, molti spiritualisti elevati lasciano la vita di famiglia per andare a vivere in solitudine a Vrindavana e dedicarsi completamente all'ascolto e al canto dei divertimenti del Signore. Questa pratica è raccomandata nello Srimad-Bhagavatam ed è stata seguita dai sei Gosvami di Vrindavana; ma al giorno d'oggi molti karmi e falsi devoti hanno invaso il luogo santo di Vrindavana per imitare il metodo raccomandato da Sukadeva Gosvami.

Un tempo, molti re imperatori andavano nella foresta per dedicarsi alla realizzazione spirituale, ma Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura Gosvami Maharaja non consiglia di andare a vivere prematuramente una vita solitaria in Vrindavana. Chi va prematuramente a Vrindavana per vivere secondo le istruzioni di Sukadeva Gosvami, cade di nuovo vittima di maya, pur vivendo in un luogo sacro. Per metterci in guardia da questo soggiorno abusivo a Vrindavana, Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura ha composto un bel canto, in cui dice: "Mia cara mente, perché sei così orgogliosa di essere un vaisnava? La tua adorazione solitaria e il tuo canto del santo nome sono basati sul desiderio di una popolarità a poco prezzo, perciò il tuo canto del santo nome è solo una pretesa. Quest'ambizione per una celebrità meschina non vale più dello sterco di maiale, perché tale celebrità è solo un'altra forma di maya." Alcuni vanno a Vrindavana per avere una popolarità facile, e invece di rimanere assorti nella coscienza di Krishna, continuano a pensare al denaro e alle donne che sono fonti effimere di godimento. Sarebbe meglio, invece, impegnare il denaro e le donne al servizio del Signore, perché il piacere dei sensi non è fatto per l'anima condizionata.

Il maestro dei sensi è Hrsikesa, Sri Krishna, perciò i sensi dovrebbero sempre essere impegnati al Suo servizio. Per quanto riguarda la fama materiale, molti furono gli esseri demoniaci che vollero opporsi alle leggi della natura, ma tutti furono sconfitti. Ravana fu uno di questi. Non bisogna dunque commettere l'atto demoniaco di farsi passare per vaisnava solo per ottenere prestigio, senza rendere servizio al Signore. Quando si è impegnati nel servizio di devozione al Signore, la fama di vaisnava segue naturalmente; non c'è bisogno di essere invidiosi dei devoti che predicano le glorie del Signore. Noi stessi ne abbiamo avuto esperienza quando alcuni cosiddetti babaji di Vrindavana ci hanno voluto consigliare di non predicare, dicendo che è meglio vivere a Vrindavana, in un luogo solitario, e cantare il santo nome. Questi babaji non sanno che quando si predica e si glorifica Dio, la Persona Suprema, la buona reputazione di predicatore segue automaticamente. Chi vive un'onesta vita di famiglia non deve dunque abbandonarla prematuramente per andare a fare una vita corrotta a Vrindavana; la raccomandazione di Sukadeva Gosvami di lasciare la casa e andare nella foresta a cercare Krishna non per le persone immature. Maharaja Pariksit era maturo: fin dall'infanzia aveva adorato la murti di Sri Krishna, e in seguito, durante la sua vita di famiglia rimase sempre distaccato. Perciò, quando seppe della propria morte imminente, tagliò immediatamente tutti i legami con la famiglia e si sedette sulla riva del Gange per ascoltare lo Srimad-Bhagavatam in compagnia di altri devoti.

 

Così terminano gli insegnamenti di Bhaktivedanta sull'ottantanovesimo capitolo del Libro di Krishna, intitolato: "I divertimenti di Sri Krishna."

 

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(1) Yaksaraja, conosciuto anche col nome di Kuvera, è il tesoriere deva.

(2) Personificazioni femminili dei fiumi.

(3) I maha-ratha possono combattere da soli contro molte migliaia di soldati, carri, cavalieri ed elefanti.

 

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