SRI RADHA

il Divino al femminile

 

La teologia Gaudiya Vaisnava contiene la conoscenza sia dell’aspetto
femminile che di quello maschile della personalità di Dio

 

di Satyaraja Dasa

 

 

Srimati Radharani. (Dipinto di Dhriti Devi dasi)
Srimati Radharani. (Dipinto di Dhriti Devi dasi)

 

 

L’esatta copia divina di Sri Krishna è conosciuta come Sri Radha. Secondo l’antichissima tradizione Vaisnava, questa duplice Divinità maschile e femminile è Dio — sono le dimensioni maschile e femminile della Verità Assoluta. Sri Radha è la totalità dell’energia e Sri Krishna è la sorgente della totalità dell’energia. Essi non sono diversi l’uno dall’altra come il muschio e il suo profumo sono sempre mescolati o come il fuoco e il suo calore sono inseparabili. Radha e Krishna sono uno sebbene abbiano assunto due forme separate per godere dei loro divertimenti d’amore. Numerosi testi di teologia spiegano come possa essere così, ma i più esaurienti sono gli scritti di Krishnadasa Kaviraja Gosvami e di Rupa Gosvami, grandissimi maestri della tradizione Vaisnava i cui libri sono stati tradotti e commentati da Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Perciò per comprendere Sri Radha i lettori farebbero bene a rivolgersi ai libri di Srila Prabhupada.


SRI RADHA NELLA LETTERATURA

Da un punto di vista storico gli antichi Purana rivelano gran parte dei divertimenti manifestati di Sri Radha, anche se lo Srimad-Bhagavatam (10.30.28), la crema di tutta la letteratura puranica cita il Suo nome solo una volta — con il termine indiretto anayaradhitah, che significa “colei che adora Krishna nel modo migliore.” D’altra parte, sia il Padma Purana sia il Brahma-vaivarta Purana illustrano i Suoi divertimenti d’amore con Krishna e svelano che la coppia divina è la sorgente di tutto ciò che esiste. Infatti, il Brahma-vaivarta Purana contiene un racconto esoterico della creazione in cui Radha crea insieme con Krishna il mondo materiale. La posizione dominante di Sri Radha nella teologia Vaisnava non è venuta alla luce fino a quando nel dodicesimo secolo il poeta santo Jayadeva Gosvami scrisse la sua famosa opera in sanscrito Gita Govinda. L’amore spirituale di Krishna divenne allora un tema celebrato in tutta l’India, reso in modo pittoresco nei festival e nelle espressioni artistiche, in cui la personalità di Radha arrivava talvolta a mettere in ombra quella di Krishna.

È importante sottolineare che Jayadeva aveva compreso la natura spirituale dell’amore di Radha e Krishna. Egli sapeva che le persone potevano facilmente scambiarlo per un amore materiale, paragonando la sua opera ad una poesia di amore erotico (come molti ancora fanno). Prevedendo questo malinteso egli iniziò la sua Gita Govinda con una parte intitolata Dasa-avatara in cui definisce chiaramente la natura divina di Krishna, elencando e glorificando le Sue discese trascendentali nelle diverse incarnazioni (avatara). Con una prefazione come questa, risulta ovvio che i rapporti amorosi che seguono — i rapporti di questo stesso divino Krishna che S’incarna in molti avatara — non sono comuni. In verità essi rappresentano il punto più alto dell’amore spirituale. Questo amore è stato descritto in maniera più esauriente in epoca successiva a Jayadeva. Nel quindicesimo secolo, due poeti bengalesi, Candidasa e Vidyapati, scrissero bellissimi versi in bengali sulla coppia divina.

Nel sedicesimo secolo Sri Caitanya Mahaprabhu — la forma combinata di Radha e Krishna sotto le sembianze del Loro devoto — gustò queste poesie, insieme con l’innovativa opera in lingua sanscrita di Jayadeva. A Lui piaceva anche ascoltare il racconto di Radha e Krishna contenuto nell’antichissima opera di Bilvamangala Thakura, la Sri Krishna-karnamrita e nell’opera poetica contemporanea di Ramananda Raya, la Jagannatha-vallabha-natakam. I seguaci di Sri Caitanya furono pronti ad unirvi le loro realizzazioni e le loro intuizioni basate direttamente sulla letteratura precedente. Due esempi importanti sono la Radha-rasa-sudha-nidhi-stotram, composta da Prabhodananda Sarasvati e la Radha-Krishna-ganoddesa-dipika di Rupa Gosvami; quest’ultima è senza dubbio l’esposizione più dettagliata della divina personalità di Sri Radha che sia mai stata pubblicata.

 


I SUOI DIVINI DIVERTIMENTI

Come si svolge la storia di Radha nel mondo delle tre dimensioni? Sebbene siano molte le versioni di questo racconto, la più avvincente si trova nel Padma Purana (Patalakhanda, Capitolo 71): circa cinquemila anni fa, una mattina di buon’ora nell’atmosfera agreste di Vraja (a circa 150 chilometri a sud dell’attuale Delhi), Maharaja Vrisabhanu faceva il suo bagno mattutino nel santo fiume Yamuna. In quel momento vide una meravigliosa bambina che galleggiava su un radioso fiore di loto completamente sbocciato. Con grande gioia prese in braccio la divina bambina e la portò alla sua regina Kirtida Devi. Quando Kirtida vide il marito con questa splendida bambina, fuori di sé dalla gioia riversò sulla piccola Radha un grandissimo affetto. Il re e la regina però si accorsero subito che la bambina non apriva gli occhi. Questo naturalmente spezzò il loro cuore e pregarono Dio affinché La benedicesse con il potere della vista.

Subito Yasoda Devi, la moglie di Nanda Maharaja, arrivò da Gokula tenendo in braccio il piccolo Sri Krishna. Vrisabhanu e Kirtida, ora genitori di Sri Radha, l’accolsero con i dovuti onori, ma Yasoda non riusciva a distogliere gli occhi dalla bambina appena nata che riposava tra le braccia di Kirtida Devi. Yasoda si avvicinò con il piccolo Krishna e non appena Krishna fu di fronte alla bambina, Ella per la prima volta aprì gli occhi. Giustamente la Sua prima visione fu il volto simile alla luna del Suo amato Sri Krishna ed Ella rimase fissa a contemplare la Sua amata forma. Anche Krishna fu sopraffatto dall’amore vedendo davanti a Sé la Sua eterna consorte nelle sembianze di una bambina. In questo modo le Scritture riportano come l’eterna coppia divina “S’incontri” ogni volta che Essi appaiono nel mondo materiale. Mentre entrambi “col passare degli anni crescono”, giocano con amici affezionati, nuotano nella Yamuna, pascolano le mucche e gustano reciprocamente gli abbracci amorosi. I testi sacri e le realizzazioni dei saggi sviluppano con cura i dettagli creando racconti che funzionano come magneti virtuali per attrarre tutti coloro che li ascoltano a tornare nel mondo spirituale.

 

 

Poiché Radha e Krishna sono la completa Verità Assoluta, i devoti Li adorano sempre insieme. (Dipinto di Muralidhara Dasa)
Poiché Radha e Krishna sono la completa Verità Assoluta, i devoti Li adorano sempre insieme. (Dipinto di Muralidhara Dasa)

 

 

LA DANZA D’AMORE IN CERCHIO

Tra tutti questi racconti, la rasa-lila, la danza d’amore in cerchio descritta nello Srimad-Bhagavatam, è per molti aspetti il più importante. La danza divina avviene in una notte autunnale di luna piena quando le pastorelle (gopi) di Vrindavana, sentito il suono del flauto di Krishna, escono furtivamente dalle loro case per stare con Lui. La rasa-lila è considerata uno dei più elevati ed esoterici tra i divertimenti rivelati di Krishna e non dovrebbe mai essere confusa con i divertimenti mondani caratterizzati da desideri lascivi. Per conseguenza, i commentatori Vaisnava esprimono chiaramente un concetto: l’amore romantico umano è un riflesso sbiadito e debole dell’originale amore estatico dell’anima per Krishna, Dio, nel mondo spirituale. Lo studio della rasa-lila sotto la guida di un maestro spirituale autentico permette di realizzarla come una verità tangibile. Esso inoltre permette di sviluppare l’amore per Dio, come fanno le gopi nella loro danza d’amore.


LA MISERICORDIA DI RADHA

In breve, la teologia di Sri Radha è profonda. Le Scritture affermano che prima di ottenere la misericordia di Krishna si devono trascorrere molte vite caratterizzate da attività pie, da rituali religiosi e dalla perfezione yogica. E quando si fa questo, Krishna non è lontano. Infatti è grazie alla misericordia di Radha che si può ottenere Krishna. Radha è l’incarnazione della misericordia di Krishna e grazie a Lei si può raggiungere il culmine del percorso spirituale. Srila Prabhupada riassume tutto questo nel modo seguente: “Radharani, Tu sei molto cara a Krishna. Perciò noi Ti offriamo i nostri rispettosi omaggi.” Radharani è hari-priya: “molto cara a Krishna”. Grazie alla misericordia di Radharani possiamo facilmente ottenere Krishna. Se Radharani raccomanda: “Questo devoto è molto bravo,” Krishna mi accetta immediatamente, anche se sono un grande sciocco. Poiché sono raccomandato da Radharani, Krishna mi accetterà. Perciò a Vrindavana troverete che tutti i devoti cantano più il nome di Radharani che quello di Krishna. Ovunque andrete sentirete i devoti salutarsi con “Jaya Radhe!” Lo sentirete ancora oggi a Vrindavana. I devoti glorificano Radharani. Se per comprendere Krishna userete il metodo speculativo, vi saranno necessarie moltissime vite. Se invece eseguirete il servizio devozionale e cercherete di soddisfare Radharani, otterrete facilmente Krishna.

Radharani può dare Krishna. Ella è una grandissima devota, l’emblema del maha-bhagavata. Perfino Krishna non può comprendere la qualità della devozione di Radharani. Sebbene Krishna dica vedaham samatitani — “Io so tutto“ — Egli non riesce a comprendere Radharani. Ella è molto elevata. –Elevation to Krishna Consciousness, Capitolo 5. È alla ricerca di queste verità che Radha e Krishna discendono nella forma di Sri Caitanya Mahaprabhu, perché in questa forma possono gustare la misericordia più elevata e donarla agli altri. La principale manifestazione di questa misericordia è il santo nome nella forma del maha-mantra: Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare. In questo mantra si manifestano completamente sia Radha che Krishna. Una preghiera a Sri Radha (Hare è il vocativo di Hara, un altro nome di Radharani), con cui s’implora Krishna d’impegnarci nel servizio devozionale, la più elevata forma di yoga. Radha è il mezzo con cui si realizza questo servizio, perché Ella è l’incarnazione della devozione, l’essenza dell’amore per Krishna.

 

Satyaraja Dasa, discepolo di Srila Prabhupada, è un condirettore di BTG. Ha scritto più di venti libri sulla coscienza di Krishna. Vive vicino a New York City.

 

 

I Nomi di Radha

Ci sono innumerevoli nomi per la divinità nella forma femminile come ci sono per Krishna, la Sua copia maschile. Ecco alcuni dei nomi più comuni con cui i devoti La invocano.

 

Aradhana: la radice del nome Radha che significa “colei che eccelle nell’adorazione di Krishna”.

Damodara Rati: Colei che si veste per piacere a Damodara (Krishna).

Gandharvi: cantante esperta.

Gokula-taruni: Colei che è adorata da tutte le ragazze di Gokula (Vrindavana).

Govinda-mohini: Colei che confonde Krishna.

Govinda-nandini: Colei che dà piacere a Govinda (Krishna).

Govinda-sarvasva: Colei che è tutto per Govinda.

Hara: Colei che con il Suo amore rapisce il cuore di Krishna (citato nel Narada-pancaratra 5.5.59).

Krishnamayi: Colei che non è differente da Krishna.

Madana-Mohana-Mohini: Colei che incanta l’incantatore di Kamadeva. Krishna incanta tutti, compreso Kamadeva (Madana), il dio della seduzione, ma Sri Radha incanta Krishna.

Radharani: Radha, la regina.

Radhika: Colei che con la Sua adorazione di Krishna esaudisce i Suoi desideri.

Sarva-kanta-Siromani: il gioiello più prezioso fra tutte le consorti di Krishna.

Sarva-laksmi: la sorgente e la forma completa della dea della fortuna.

VrindavaneSvari: la regina di Vrindavana.

Vrisabhanu-nandini: la figlia di Vrisabhanu

 

Per una descrizione dei sacri segni che si trovano sotto i piedi di Srimati Radharani, vedere il sito http://www.vrindavan.de/lotusfeet.htm.

 

 

 

 

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