Prefazione

 

 

Nel corso della Sua vita, Sri Caitanya Mahaprabhu cambiò la faccia dell'India in quattro modi. Filosoficamente, sconfiggendo i più grandi eruditi del Suo tempo con la più elevata conoscenza personale della Verità Assoluta; politicamente, conducendo un movimento in massa di disobbedienza civile non-violenta teso a sfidare l'oppressione dei governatori musulmani; sociologicamente, spazzando via le restrizioni stereotipate del sistema ereditario indù delle caste; e culturalmente, inaugurando un movimento religioso rivoluzionario che fu rapidamente accettato attraverso l'India, un movimento che, grazie alla sua attrattiva universale, si è ora diffuso in tutto il mondo.

Sebbene Egli sia riconosciuto dagli studiosi e dagli storici come un grande mistico, un riformatore sociale, un filosofo e un santo, la vera identità di Sri Caitanya è rivelata soltanto se esaminiamo le testimonianze oculari sulla Sua vita, sulle Sue caratteristiche e attività. Le conclusioni dei Suoi contemporanei sono ulteriormente confermate dalle Scritture più antiche del mondo, le Scritture vediche dell'antica India datate 5000 anni che profetizzano la Sua venuta 45 secoli prima della Sua apparizione nel 1486 d.C. I Veda affermano enfaticamente che Sri Caitanya Mahaprabhu non è altri che Sri Krishna stesso, la Persona Suprema nella Sua incarnazione dorata, che discende di Sua propria volontà per salvare la anime condizionate intrappolate nelle tenebre dell'esistenza materiale.

Krishna stesso afferma nella Bhagavad-gita (4.7): "Ogni volta che in qualche luogo dell'universo la religione declina e l'irreligione avanza, o discendente di Bharata, Io vengo in persona."
Dal Brahma Yamala: ”Talvolta appaio personalmente sulla superficie del mondo nelle vesti di un devoto. Più precisamente, appaio come il figlio di Saci nel Kali-yuga (l'attuale epoca di dissidi, materialismo e ipocrisia) per dare inizio al movimento del sankirtana (il canto congregazionale dei santi nomi di Dio)."

Dal Krishna-vamala: "Apparirò nella terra sacra di Navadvipa (in Bengala, India) come il figlio di Sacidevi." E dalla Mundaka Upanisad (3.1.3): "Colui che vede la Persona Divina dalla carnagione dorata, il Signore Supremo, il supremo attore, che è la fonte del Brahman Supremo, é liberato."
Una predizione più dettagliata della vita di Sri Caitanya è data nel Dhana-dharma-parva del Mahabharata: "Nei Suoi divertimenti giovanili, Egli appare come un uomo sposato con una carnagione dorata. Le Sue membra sono meravigliose e il Suo corpo, spalmato di polpa di sandalo, sembra oro fuso. Nei Suoi divertimenti successivi, abbraccia l'ordine di rinuncia (sannyasa) ed è equanime e sereno. È la dimora più elevata della pace e della devozione, poiché mette a tacere i non-devoti impersonalisti."

La missione di Sri Caitanya è descritta nello Srimad Bhagavatam (11.5.32, 37): "Nell'età di Kali, le persone intelligenti parteciperanno al canto congregazionale dei santi nomi con l'intento di adorare la manifestazione di Dio che canta costantemente i nomi di Krishna. Sebbene la Sua carnagione non sia scura, Egli è Krishna stesso....
Non esiste guadagno maggiore per l'anima incarnata forzata a vagabondare nel mondo materiale del Movimento del sankirtana col quale si può raggiungere la pace suprema e liberarsi del ciclo di morti e rinascite."

Questi versi, scritti 5.000 anni fa, indicano che Sri Caitanya è lo yuga-avatara, la manifestazione di Dio che scende per stabilire lo yuga-dharma. Il metodo religioso prescritto per l'epoca attuale. Ci sono molti riferimenti nei Veda riguardanti il canto dei nomi del Signore, ma nel Brihan-naradiya Purana lo troviamo affermato con maggiore enfasi: "Per il progresso spirituale nell'età di Kali, non c'è alternativa, non c'è alternativa, non c'è alternativa che il santo nome, il santo nome, il santo nome del Signore."


Seguendo le orme di Sri Caitanya, chiunque può fare progressi sul sentiero spirituale e raggiungere la coscienza trascendentale, la coscienza di Krishna, cantando il maha mantra, il grande canto della liberazione: Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare. Questo canto è il metodo per ravvivare la nostra originale e pura coscienza. Pronunciando questa vibrazione trascendentale, possiamo allontanare dal cuore tutti i timori e le ansietà. Alla base di tutte queste ansietà sta l'errore di credersi i padroni di tutto ciò che ci circonda.

La coscienza di Krishna non è un'imposizione artificiale sulla mente, ma è l’originale e naturale energia dell'essere vivente. Quando ascoltiamo la vibrazione trascendentale del mantra Hare Krishna, questa originale coscienza è ravvivata e possiamo subito sentire un'estasi trascendentale che proviene dal piano spirituale. Poiché il canto proviene dal piano spirituale, questa vibrazione sonora supera tutti i piani inferiori di coscienza, cioè quello sensuale, quello mentale e quello intellettuale. Non è necessario quindi conoscere la lingua del mantra.

È automatico, scende dal piano spirituale, perciò chiunque può prendere parte al canto senza che sia richiesta alcuna qualificazione precedente, come è spiegato nello Skanda Purana: "Si può cantare il nome del Signore senza considerazioni di tempo, di circostanza, di purificazione preliminare o di altri fattori. Questo canto è completamente indipendente da tutti gli altri metodi e accorda la soddisfazione di tutti i desideri a coloro che lo cantano con fervore."

Ci auguriamo sinceramente che il lettore prenda personalmente parte a questo metodo del canto dei santi nomi di Dio e approfondisca ulteriormente la sua conoscenza della filosofia della coscienza di Krishna, così come ci è stata insegnata da Sri Caitanya Mahaprabhu, leggendo la traduzione italiana in otto volumi della Sri Caitanya Caritamrita, opera compilata in Bengala da Krishnadasa Kaviraja Gosvami che rimane fino ad oggi il libro più autorevole sulla filosofia della vita di Sri Caitanya.

 

 

 

 

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